Il jet privato di Elon Musk

Photo by Chris Leipelt on Unsplash

Come tutte le persone della levatura, e dal portafoglio, di Elon Musk, egli si sposta nel mondo utilizzando un jet privato.

Pare che un teenager abbia creato un account Twitter, ElonJet, che riporta la posizione del jet privato di Elon Musk quando questa è disponibile.

Pare anche che Elon Musk abbia offerto cinquemila dollari per chiudere l’account Twitter citando problemi di sicurezza personale che potrebbero derivare dalla conoscenza della posizione del suo jet privato.

Peccato che in questo caso nulla si possa fare per quanto riguarda l’identificazione della posizione del jet in questione.

Mi spiego meglio, e semplifico.

Nel momento in cui un qualsiasi aeromobile viene reso pronto il volo, ovvero lascia la fabbrica, esso viene “immatricolato” come se fosse una autovettura. Gli viene quindi assegnata una targa, che in gergo si chiama callsign, che lo identifica univocamente nell’interno mondo conosciuto.

Il jet di Elon Musk è targato N628TS e, per la cronaca, è un Gulfstream G650. Nel mondo intero esiste un solo aeromobile con quel callsign.

Per ragioni di sicurezza qualsiasi aeromobile che si alzi in volo deve inviare a terra alcune informazioni in maniera continuativa e senza che vi sia la possibilità che questo non avvenga. I dati che vengono inviati sono molti ma, ovviamente, uno dei dati principali è la posizione dell’aeromobile.

Figure di rilievo possono richiedere che alcuni di questi dati non vengano trasmessi, ma non quelli relativi alla posizione, così come possono richiedere che i piani di volo abbiano alcuni dati rimossi. Entrambi i set di dati sono comunque pubblici.

Per quanto riguarda la posizione dell’aeromobile basta una chiavetta USB del costo di una decina di euro ed una antenna adatta per captare le informazioni trasmesse dagli aeromobile sopra la nostra testa. C’è stato un momento in cui ero davvero impallinato con questa roba ed ero entrato nel magico mondo delle Software Defined Radio. La decodifica del protocollo ADS-B (Automatic Dependent Surveillance-Broadcast) è una delle prime cose che ogni possessore di SDR prova. Oltretutto la frequenza utilizzata da ADS-B è di 1090 Mhz che non richiede una antenna particolarmente elaborata per essere ricevuta.

Il jet di Elon Musk trasmette quindi continuamente le informazioni su quella frequenza e con quel protocollo.

Sì, ma come fa il nostro amico a captare le informazioni dell’aereo di Elon Musk se si trova a centinaia di chilometri di distanza. In questo caso esiste una rete di appassionati dispersi sul territorio di tutto il mondo che mette in piedi un sistema di ricezione e che condivide le informazioni collezionate con un server. Uno dei tanti è ADS-B Exchange

Pare proprio che il nostro teenager usi quel sito per fare quello che fa. Oltretutto il sito mette a disposizione delle API per cui si tratta davvero di un gioco da ragazzi.

Rimane il tema del piano di volo. Se è vero che il piano di volo è anonimizzato e quindi non permette di identificare l’aeromobile cui è assegnato, e questo davvero per motivi di sicurezza di chi lo richiede, è altrettanto vero che avendo il callsign di un aeromobile ed alcuni punti nello spazio è possibile risalire al piano di volo di quell’aeromobile. Questo perché i dati dei piani di volo sono consultabili da chiunque, sebbene alcuni di essi siano anonimizzati.

E quindi con poco sforzo ecco fatto. Tutti possono conoscere la posizione nel mondo del jet di Elon Musk.

A questo punto ci starebbe anche un grosso “E chi se ne frega…”

Buffo il fatto che il ragazzo in questione abbia chiesto 50.000 dollari invece dei 5.000 originariamente offerti da Musk. Questo suona maluccio.

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