In questo ultimo anno la mia motocicletta se ne è stata in garage a prendere la polvere.
Da una lato questa perdurante pandemia che non ha permesso grandi spostamenti e grandi viaggi e dall’altro l’arrivo di Buzz che essendo un cucciolo aveva bisogno di cure durante il periodo primaverile ed estivo.
Per me che ho i capelli bianchi la primavera e l’estate sono gli unici momenti in cui utilizzo la motocicletta perché dopo fa troppo freddo. Ho sempre sofferto il freddo, anche quando vedevo i film in bianco e nero.
E quindi la motocicletta se ne sta, tranquilla, nel suo parcheggio.
Ho provato a coccolarla un pochino. Ho mantenuto lo stato della batteria ad un livello di carica ottimale con un mantenitore di carica. Le ho levato la polvere che di tanto in tanto si accumula. La ho accarezzata promettendole viaggi incredibili.
Il fatto è che ogni volta che salgo in macchina la vedo, e mi piange il cuore.
A me quella moto piace davvero un sacco. Da sempre è la moto che desideravo. Proprio quella, con quel blu elettrico e le gomme bianche e nero. E’ l’archetipo della moto. Lei lo sa, e se ne approfitta.
“Ma come fai a salire su quel catorcio a quattro ruote quando potresti sfrecciare con me sulle strade del lago?”
E’ evidente che è gelosa e si sente trascurata.
Provo a dirle che comunque con lo stato delle mie orecchie in questo momento non sarebbe proprio una bella idea esporsi all’aria.
Lei mi risponde, piccata, che ho sempre una scusa pronta per trascurarla e lasciarla invecchiare sprecando i suoi anni migliori.
Salgo in macchina e dopo avere fatto retromarcia per uscire dal parcheggio vedo il suo muso. I suoi fari sono come degli occhioni che mi guardano con rimprovero.
Mi sento decisamente in colpa ad averla acquistata per lasciarla in garage. Come si dice in questi casi? Non è colpa tua, è colpa mia.
Mentre scuoto la testa ed ingrano la marcia mi dico che questa primavera il discorso cambierà. Oramai Buzz è grande e può rimanere qualche ora da solo. Con il disgelo che sta per arrivare le mie orecchie recupereranno la loro completa funzionalità. La pandemia renderà sempre meno nefasti i suoi effetti e finalmente scomparirà sino a rimanere solo un brutto ricordo.
Provo a spiegarlo alla motocicletta ma lei risponde che sono le solite promesse che oramai sente da mesi senza che nessuna di esse si trasformi mai in un gesto compiuto.
Forse me la sto raccontando anche io.
Eppure mi dispiace. Mi dispiace vederla ferma e non utilizzata quando la sua natura sarebbe il movimento, la velocità ed il vento. Mi sento egoista ad avere deciso di acquistarla per poi lasciarla in garage a prendere la polvere.
Era il primo giorno dell’inizio della pandemia. Dal giorno successivo alla firma del contratto siamo tutti stati chiusi in casa per mesi.
Ottimo tempismo, Alessandro. Come sempre ci sai fare.
Già da allora lei aveva capito che non sarei stato un compagno all’altezza delle sue aspettative.