Il terremoto

Ancora una volta la terra si è scossa e centinaia di persone hanno perso la vita e migliaia sono rimaste senza casa.

Anche in questo momento terribile i Social Media, ed i media in senso più generale, hanno dato il meglio di sè.

Qualche mia osservazione su quello che ho letto e visto o, non letto e non visto.

Cose che mi hanno lasciato perplesso e inorridito:

  • I grandi giornali online hanno dimostrato per l’ennesima volta la loro totale inutilità. Se mi capitasse di volere informazioni su un evento catastrofico sarebbero i primi siti che tenterei di visitare per avere informazioni aggiornate. Sui loro siti non è comparso nulla se non ore dopo l’accaduto. I siti stranieri sono stati addirittura più reattivi di quelli nostrani.
  • Lo stuolo di quelli che si sono precipitati ad affermare “siete nelle nostre preghiere” si è subito manifestato. Tentativo inutile di dire che “ehi, ci sono anche io nonostante ci siano centinaia di persone realmente sofferenti”. Datti da fare, dona il sangue, manda generi di prima necessità o metti semplicemente mano la portafoglio. Sarebbe più efficace.
  • I vari politici non hanno perso tempo a strumentalizzare l’accaduto secondo le necessità del momento. 
  • I media televisivi hanno raggiungo livelli di bassezza mai visti prima. Lasciatemi dire che tentare di intervistare una persona sotto le macerie merita la deportazione immediata in qualche landa desolata e dimenticata da Dio. Lo stesso vale se chiedi “E adesso cosa farete?”.
  • Qualche genio, idiota e ignorante, ha sostenuto che i terremoti sono una punizione divina dovuta alla approvazione della legge sulle unioni civili. 
  • Qualcuno ha avuto il coraggio di farsi dei selfie con alle spalle le macerie di un paese distrutto.
  • I siti del governo sono risultati irraggiungibili a causa dell’elevato traffico che hanno dovuto sostenere. Ma va, davvero? Ecco io ritengo che questa sia una cosa davvero criminale.
  • I soliti fessi criminali del “si poteva prevedere” si sono manifestati in tempo prossimo allo zero.

Cose che mi hanno colpito:

  • I social media hanno giocato comunque un ruolo decisamente notevole in termini di organizzazione della raccolta di aiuti. Il loro fattore di amplificazione in questo caso ò stato molto utile.
  • I social media hanno dato quelle informazioni che i siti istituzionali non sono stati in grado di dare. Vedi sopra.
  • Siamo un popolo usualmente indifferente a qualsiasi cosa ma in questi casi la macchina umana che si attiva è sempre di una generosità assoluta.
  • Alla fine, nonostante tutto, i radioamatori hanno contribuito sostanzialmente nel mantenimento dei collegamenti.
  • Twitter non è morto, anzi. E’ stato il primo a reagire in tempo praticamente zero.

Non ho volontariamente fatto nomi dei responsabili dei misfatti di cui sopra per scelta. Nel caso vogliate trovarli Google vi sarà di grande aiuto. Io personalmente non volevo contribuire a generare altro rumore.