Il treno sbagliato

Stavo viaggiando su un treno tutto sommato comodo. Erano ormai una decina d’anni che stavo su quel treno. Conoscevo tutti i passeggeri ed il personale che lo faceva muovere. La destinazione era certa ed il viaggio tutto sommato ancora entusiasmante nonostante il passare degli anni.

Ad una stazione si avvicinò un amico e mi disse che se volevo stava per passare un altro treno. Un treno molto più bello, veloce ed efficiente. Su quel treno potevano salire solo passeggeri di alta classe e lo stesso personale che lo guidava veniva reclutato solo ed esclusivamente tra i migliori talenti nel mondo. 

Passai diverso tempo a guardare quel treno da fuori ed in qualche occasione mi fu permesso di salire a bordo per capire come fosse fatto al suo interno.

Confesso che mi sembrò magnifico tanto che quando risalivo sul mio venivo assalito dalla tristezza.

Alla fine mi decisi. Il treno nuovo era troppo bello per essere perso. Dovevo salire a bordo a tutti i costi.

Quando salii a bordo la prima volta con il titolo di Capotreno ero molto eccitato e molto fiero. Qualcuno aveva scelto me per condurre quel treno verso nuove stazioni. Era certamente l’inizio di un viaggio meraviglioso. E così fu, almeno per i primi chilometri del viaggio.

A bordo del treno capii realmente come funzionava. Il treno era sì un bellissimo treno, ma lo era solo dall’esterno. La forma del treno era innovativa e futuristica ma al suo interno il motore era la solita vecchia ferraglia comune a tutti gli altri treni. Anche gli interni erano posticci nonostante il tentativo di renderli lussuosi e luccicanti.

Cercai di fare in modo di condurre quel treno nel migliore dei modi nonostante le sue condizioni e per qualche tempo ci riuscii. Fu un grande successo tanto che pensai di esserci riuscito. Non era così.

Un giorno di Giugno venni abbandonato in una stazione in mezzo al deserto. Mi lasciarono da solo in mezzo al nulla.

Confesso che fui disperato. Mi sedetti lungo i binari e piansi. Come farò ora? Non ho più un treno da condurre e non ho stazioni vicine. Come potrò trovare un altro treno su cui salire?

Sentii un rumore lontano. Sembrava essere un altro treno che si stava avvicinando. 

Ne fui sorpreso perchè pensavo che quei binari fossero dedicati esclusivamente al treno luccicante dal quale mi avevano appena fatto scendere. Non era così. Un treno si stava davvero avvicinando, lentamente.

Era un piccolo trenino Svizzero tutto rosso. Nonostante il suo passo lento aveva un aspetto seducente. Il motore non era nascosto da una lucente carrozzeria ma era visibile ad occhio nudo. Faceva rumore e spingeva il treno con costanza e dedizione nonostante le continue salite. 

Dal finestrino della locomotiva si affaccio colui che quel treno lo aveva costruito e mi disse: “Senti, io questo treno lo ho costruito. Non so dove andrà a bordo c’è posto e abbiamo bisogno di un nuovo capotreno. Ci vuoi salire?”

Non esitai un istante e salii a bordo.

Quello sì che era un treno di tutto rispetto. Piccolo ma di una solidità eccezionale. Il personale di bordo era quanto di meglio si potesse immaginare di avere ed anche i passeggeri nutrivano per noi un rispetto totale. 

Mi compiacqui di questa differenza rispetto al treno che mi aveva abbandonato.

Da allora quel treno ne ha fatta di strada. Il motore è sempre ben visibile dall’esterno. È diventato un motore potente che permette al treno di aggredire le salite più impegnative senza la minima difficoltà. Il personale di bordo è andato via via aumentando e abbiamo raggiunto insieme stazioni che non avremmo mai immaginato di potere visitare.

Il treno è sempre in viaggio e si appresta a cambiare scartamento e destinazioni. Il motore è sempre in vista ed è più luccicante di prima. Si tratta di luccichio di materiale pregiato, non di materiale di scarto pitturato di una vernice lucente.

Sono sempre il capotreno e ne sono molto fiero. Non posso fare altro che ringraziare coloro che mi hanno abbandonato nel mezzo del nulla nonostante continui a pensare che siano ferrovieri di poco spessore.