Immuni, secondo me

In queste settimane ho letto molto sulla applicazione Immuni e sui suoi equivalenti in giro per il mondo.

In prima battuta ho considerato gli elementi che mi avrebbero spinto verso la decisione di non installare Immuni sul mio smartphone. Uno dei principali punti a favore di questa decisione risiede nel fatto che sarei costretto ad avere costantemente acceso il sottosistema bluetooth del mio smartphone.

La letteratura sulla sicurezza dei protocolli oggi utilizzati è molto ampia ed è dimostrato che esistono delle falle di sicurezza che possono esporre i miei dati e le mie informazioni personali a terzi.

Allo stesso tempo insiste un rischio relativo ad un potenziale tracciamento da parte di terzi della posizione del mio smartphone e quindi di me stesso. Premesso che chi si ritrovasse nella condizione di volere tracciare i miei spostamenti “si ammazzerebbe di pizzichi” vista la mia vita sociale attuale è un tema che va considerato.

Nonostante sia Apple che Google insistano nel dire che le loro API che permettono il controllo della esposizione al Covid 19 rendano il tutto assolutamente anonimo è notizia di ieri che questo non è proprio vero.

Se siete interessati a capire di più sul tema questo è un video che dimostra come questo possa accadere:

Little Thumb Attack on SwissCovid from Martin Vuagnoux on Vimeo.

Rimane infine il tema della efficacia. E’ ampiamente dimostrato che l’applicazione in sé e per sé non è sufficiente a contrastare la diffusione del virus. La strategia delle tre T, Testare, Tracciare e Trattare, è l’unica in grado di essere veramente efficace. E’ perfettamente chiaro che questa strategia, almeno in Italia, non è implementata a dovere.

Quali sono, invece, gli elementi che potrebbero spingermi verso l’adozione della applicazione.

In questo caso il problema diventa meno oggettivo rispetto ai motivi per i quali propenderei per il no.

Non voglio parlare di responsabilità perché è un tema sempre estremamente personale e di cui è molto difficile discorrere in maniera serena.

Direi che posso sintetizzare la posizione verso il sì in questo modo: se Immuni mi permette di avvisare qualcuno di un potenziale contagio o, al contrario, mi permette di essere avvisato di un potenziale contatto con una persona contagiata vorrebbe dire che mi sarebbe permesso di evitare la diffusione del virus. Questo al netto di tutte le problematiche di sicurezza e di privacy. Al netto anche di tutta l’incertezza riguardo quello che accade dopo la notifica di una esposizione.

In sostanza se l’efficacia della applicazione è superiore a zero è buona cosa installarla.

Dopo avere fatto le mie considerazioni ho deciso di installare l’applicazione Immuni sul mio smartphone. La considerazione che per me, personalmente, ha vinto è proprio quella scritta nel paragrafo precedente.

Con questo volevo solo riportare le mie considerazioni. Come sempre, fate funzionare il vostro cervello e decidete secondo la vostra valutazione. Non voglio spingere nessuno ad installare l’applicazione e a non installarla.

Ho solo scritto il motivo per il quale IO ho deciso di installarla. Questo per evitare qualsiasi lotta di religione all’interno dei commenti di questa baracca.

Photo by Kai Pilger on Unsplash
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Roberto Meda

Prima di tutto ti ringrazio, perchè grazie al video ho finalmente capito come attraverso il BT sia possibile stabilire se due o più persone sono rimaste in contatto. Dal mio punto di vista, non installerò l’applicazione, perchè non la ritengo efficace anche in considerazione del fatto che la propagazione dei segnali radio è poco prevedibile. Parliamo di BT, si la certificazione è per 1.5 metri, ma sappiamo bene che il raggio è molto più ampio. Quante volte, durante una chiamata, si lascia il telefono sul tavolo e con l’auricolare BT ci si sposta per casa superando anche i 10 metri.… Read more »