… o, almeno, è usata la maggior parte delle cose che compro.
Credo che questa mia passione per le cose usate cominciò qualche anno fa con gli strumenti musicali. Chi mi segue da qualche tempo sa che sono un collezionista compulsivo di chitarre. Non riesco a resistere.
In passata avevo sempre comprato strumenti nuovi. Un giorno in un piccolo negozio di Milano che ora credo non esista più vidi in vendita una magnifica Fender Telecaster. Non era uno strumento nuovo e l’aspetto della chitarra diceva tutto della sua vita passata. Era vissuto e portava sul legno i segni dell’età.
Ne rimasi affascinato. Entrai nel negozio e chiesi di provarla. Mi ricordo che me la fecero provare collegata ad un amplificatore Fender Blues Junior III Tweed. Fu amore a prima vista. Dopo venti secondi sulle corde avevo già deciso che sarebbe stata mia. E’ stato il primo strumento usato di tanti altri.
Non vorrei sembrare melodrammatico ma quella chitarra aveva un anima o, se non altro, lei suonava benissimo insieme a me nonostante i tratti del tempo fossero ben visibili.
Da quel momento ho cominciato a comprare solo strumenti usati. Uno strumento usato ha addosso una storia. Passioni, momenti, transizioni e passaggi di mano. E’ come noi che nel tempo evolviamo sempre. Se compri uno strumento usato compri anche questa storia.
Ovviamente c’è un risvolto economico. Uno strumento usato tende a costare molto meno di uno strumento nuovo e, se sei un collezionista compulsivo, nel lungo periodo questa caratteristica aiuta in maniera decisiva il tuo conto corrente.
Uno strumento usato guadagna nuova vita e smette di stare in un angolo a prendere la polvere. Anche in questo caso c’è un risvolto positivo. In fondo stai alla larga dai maghi del marketing che ogni anno sono costretti a fare salti mortali per comunicarti che il nuovo modello è migliore del precedente. Questo quando la stessa chitarra è rimasta la stessa per gli ultimi sessanta anni.
In alcune occasioni sono passioni passeggere, così come tante altre nella vita. Giri per negozi e trovi uno strumento usato. Lo provi ed in quel momento scatta qualcosa che ti induce a tornare a casa con lui. Ci passi del tempo, impari a conoscerlo e poi succede qualcosa. La relazione si incrina e cominci ad utilizzarlo di meno. Come nella vita reale è inutile tentare di aggiustare una relazione che non funziona. Meglio un taglio deciso. La vita dello strumento deve comunque continuare e quindi lo metti in vendita perché possa rendere felice qualcun altro.
Il discorso che ho fatto sugli strumenti musicali vale per qualsiasi altra cosa. Quasi tutte le mie passioni oggi vivono di oggetti usati: rasoi a mano libera, pietre da affilatura, libri, tecnologia e via dicendo.
Anche la moto che ho comprato recentemente è usata. Mi piace l’idea che sia stata il gioiello di qualcun altro e che ora sia parcheggiata nel mio garage a continuare la sua avventura ed a percorrere nuove strade.
In un certo qual modo comprare cose usate è un atto rivoluzionario. Ci allontana dalla spinta pressante del consumo e ci introduce in un universo che io ritengo essere molto più passionale.
Anche dal punto di vista dell’esperienza di acquisto il fatto di comprare cose usate cambia. Viene meno il meccanismo dell’acquisto compulsivo. Desidero qualcosa, la cerco su internet e leggo per poi andare in negozio, fisico o digitale, per comprarla e averla a casa in meno di ventiquattro ore. Gratificazione istantanea, e, generalmente, di breve durata sino a che non si passa all’oggetto successivo.
La ricerca delle cose usata è di per se una esperienza. Forum, Ebay, negozi di cose usate e mercatini. Spesso ci sono dei gioielli. Non è istantaneo. Devi cercare ed attendere il momento giusto. Spesso un oggetto ti sorprende quando meno te lo aspetti girando per un mercatino della domenica. Come quella volta che in un piccolissimo mercatino trovai un rasoio Filarmonica 14 Doble Temple praticamente nuovo. Lo comprai per un nonnulla e lo stavo cercando da tempo su internet.
Credo che valga la pena provarci.