Da qualche mese uso con grande soddisfazione il browser Brave e ne sono grandemente soddisfatto. Sufficientemente veloce e decisamente il meglio nella protezione delle mie abitudini di navigazione.
Il cambiamento è stato assolutamente indolore e, fortunatamente, anche le poche estensioni che uso possono essere utilizzate anche su Brave.
Sul mio PC mi capita di avere bisogno di altri browser. Ad esempio con il sito di Corporate e-banking di Unicredit, che Dio li abbia in gloria, devo necessariamente usare Safari perché con altri browser non c’è verso di farlo funzionare.
Gli altri browser si lamentano di non essere il browser di default ma non si spingono oltre.
Per questo mi ha colpito molto il fatto di avere ricevuto una notifica da Apple che mi consigliava di usare Safari con un claim: “Try the new Safari”.
Me ne sono accorto subito perché le uniche notifiche che sono abilitate sul mio desktop sono quelle relative al calendario perché la mia memoria fa schifo e ho bisogno di qualcosa che mi ricordi dove devo andare.
Per questa ragione questa notifica mi ha colpito. Trovo interessante il fatto che Apple usi questo meccanismo per spingermi ad usare un loro prodotto. Credo che sia indice del fatto di quanto oggi un web browser giochi un ruolo fondamentale. Non una grande novità in effetti, ma certamente una cosa che mi ha colpito.
Che poi mi domando quando ho concesso ad Apple la facoltà di mandare queste notifiche non richieste sul mio Mac.
Shameless self promotion ahead…
Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.
Quello di seguito è l’ultimo episodio.
Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast