La magia delle carte

Sono davanti al Gate 27 dell’aereoporto King Khalid International Airport in attesa del volo che mi riporterà a casa. Non c’è nessuno ed il volo sarà quasi completamente vuoto.

Da quando ho iniziato ad interessarmi di magia, ed in particolare di magia con le carte, mi porto sempre con me qualche mazzo di carte. Questo genere di giochi richiede una certa manualità ed un discretto allenamento. In queste occasioni faccio pratica e mi distraggo quel tanto che basta per fare passare il tempo.

Lo stesso accade in questa occasione.

Mentre sto giocherellando con le carte si avvicina un ragazzo e si presenta. Si chiama Sarem ed è in viaggio verso Milano con la moglie e la bimba di 3 anni. Mi chiede per quale motivo sto giocando con le carte e gli spiego che è un passatempo e che in genere faccio qualche gioco di magia.

“Do you mind showing me some?”. Gli sorrido apertamente e comincio con un grande classico che adoro: Twisting the Aces di Dai Vernon. Nella sua semplicità trovo che sia un capolavoro con un enorme potenziale narrativo. Non mi era mai capitato di farlo in lingua inglese ma me la cavo piuttosto bene. Faccio un altro paio di giochi fino a che non veniamo chiamati all’imbarco. Ci salutiamo calorosamente e saliamo a bordo.

Il volo è davvero vuoto. Viaggiamo su un Airbus A320 e ci saranno a bordo una quindicina di persone. Mi accomodo al mio posto ed il viaggio comincia.

Sarem si avvicina di nuovo e mi dice che sua moglie non ha visto i giochi che gli ho fatto davanti al gate e mi chiede se gli posso fare la cortesia di ripeterli per sua moglie. Annuisco dicendogli che non c’è nessun problema. Mi raggiungo ed eseguo gli stessi giochi aggiungendone un paio.

Passa una hostess e ci vede. Si ferma ad osservarci e mi chiede se anche lei può vedere qualcosa con le carte. La accontento. Si avvicina anche la sua collega e oramai intorno al mio sedile c’è un piccolo pubblico. Eseguo davvero dei grandi classici tutto sommato piuttosto semplici e che è possibile fare senza alcuna preparazione.

Dopo circa un quarto d’ora tutti mi ringraziano e ritornano ai loro posti. Io mi immergo nelle mie letture dopo avere riposto le carte nella loro custodia.

Questo genere di cose mi accade spesso. Non so per quale motivo ma le carte, ed i giochi con le carte, sembrano avere sempre grande attrattiva verso le persone. Ogni volta che tiro fuori un mazzo di carte e comincio a fare qualche esercizio c’è sempre qualcuno che si avvicina e che chiede di vedere qualcosa.

A me questa piace da impazzire. Ovviamente perché soddisfa pienamente il mio ego e poi perché mi mette sempre in contatto con gente nuova. Terminati i giochi in genere ci fermiamo sempre a fare due chiacchiere. Io ho raccontato loro una storia con le carte e loro mi raccontano la loro. Per quale motivo stanno viaggiando, dove stanno andando, con chi. Io faccio lo stesso ed avviene la magia della comunicazione tra perfetti sconosciuti. Incontri che non hanno mai un seguito ma che rappresentano comunque un contatto umano che in genere non avviene mai in un non-luogo come l’aeroporto.

Mi fermo a riflettere su questo fatto e su come un gesto del tutto analogico venga percepito come qualcosa che spinge perfetti sconosciuti a parlarsi e a condividere delle storie. Ne rimango sempre affascinato e colpito.

Da ogni viaggio si porta sempre a casa qualcosa di prezioso e, come sempre, le cose immateriali sono quelle di maggior valore.

Ora dovrei chiedere a Saudia un indennizzo per l’onboard entertainment che ho erogato gratis et amore dei.

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Roberto

Sia, forse questa volta hai fatto un’analisi sbagliata. La gente non si ferma per i giochi delle carte, ma si ferma perchè sei te a farli. Perchè come persona ispiri fiducia e tranquillità . Quindi le carte sono solo un tramite, il resto lo fai te. Buona lettura e buon viaggio ti ritorno.