Qualche tempo addietro scrissi di come decisi di disabilitare tutte le notifiche sui miei telefoni cellulari e sul mio personal computer. Tutto da allora viene consumato solo quando lo desidero.
Solo la mia famiglia ha accesso diretto alla mia attenzione da allora.
Riflettevo recentemente sul significato personale delle notifiche e sono giunto alla conclusione che si tratta di un meccanismo di gratificazione istantanea per chi le riceve.
Mi spiego meglio.
Un notifica di un commento su Facebook, un like su un post, un mi piace su una fotografia sono una affermazione dell’essere, una conferma dell’esistenza e della rilevanza di chi le riceve.
Sono uno strumento per darci l’impressione che c’è qualcuno che sta pensando a noi. Ho scritto “darci l’impressione” a proposito.
Io penso che ci siano diversi aspetti da considerare in relazione a questa dinamica.
La prima considerazione riguarda il fatto che la notifica vive solo ed esclusivamente su un substrato di silicio ed in un mondo totalmente virtuale. Non è il mondo reale, non esiste se non in qualche data center che lo ospita.
La seconda considerazione riguarda il fatto che ogni notifica trascina con sè un effetto secondario che spesso è più rilevante dell’effetto primario. Chi mette un like sembra dirci “hey, ho apprezzato questa cosa” ma in realtà ci comunica anche “… adesso dammi la tua attenzione e confermami che esisto anche io”. Quante volte vi è capitato di mettere un link ad un commento su un vostro intervento_
Infine è importante considerare una notifica come un “interrupt non mascherabile” rispetto a qualsiasi cosa tu stia facendo nella vita reale. E’ impossibile resistere al richiamo di questa sirena che ha l’effetto di farci lasciare il mondo reale per immergerci in un mondo virtuale spesso viziato dalle sue stesse dinamiche.
Le mie notifiche continuano ad essere completamente disabilitate. Il mondo reale mi piace ancora molto di più di quello virtuale, anche se lì sembra che invecchi meno velocemente.