In questi ultimi giorni sto passando su YouTube più tempo di quando mi sia mai concesso in passato ed in questo girovagare senza meta mi sono imbattuto in un video che parlava di scultura.
Poco importa la natura del video ma, piuttosto la riflessione che ne è scaturita subito dopo.
Mi sono ritrovato a riflettere sulla natura della creatività che, secondo la mia personale opinione, altro non è che scorgere qualcosa dove gli altri non vedono.
Lo scultore che è in grado di immaginare una scultura nascere da un blocco di marmo. Famosa la frase attribuita a Michelangelo, ma non sua in realtà, in cui egli intravede un angelo in un blocco di marmo. La frase non era sua ma il concetto rimane valido.
Ci sarebbe da discutere su questa frase di Michelangelo e del fatto che ciclicamente compare sui vari social network, spesso associata ad una immagine di un angelo. Angelo che in realtà è una scultura di bronzo di Benjamin Victor, vissuto qualche secolo dopo Michelangelo. Questo è decisamente un argomento per un altro scritto.
Subito dopo mi sono ritrovato tra le mani La Domenica de Il Sole 24 Ore che ormai è una lettura fissa della mia domenica mattina. Io seduto sul divano e Buzz che si sdraia accanto a me infrangendo, con il mio permesso, la regola secondo la quale letti e divani sono assolutamente vietati.
Mentre scorrevo le pagine e leggevo un articolo dietro l’altro i miei occhi si soffermavano su alcune sequenze di parole. Mi sono fermato a pensare a quanti altri tesi si nascondono dentro altri testi. Mimetizzati in un flusso di parole e contenuti sono, forse, lì in attesa che qualcuno li tiri fuori.
Alla fine ho deciso di provare a fare un esercizio, che definire creativo sarebbe una esagerazione. Ho preso un pennarello a punta grossa e ho cominciato a cancellare tutte le parole che non mi avevano colpito. Dopo ogni tratto proseguivo a cancellare sino a trovare la parola successiva. Quella parola che si legasse alla precedente dandole un senso componendo una nuova frase dove questa non esisteva.
Dopo qualche minuto ne è saltata fuori una cosa che potrebbe essere definita una poesia. Era nascosta in un articolo che parlava di economia ed aveva un significato totalmente diverso dal contenuto originale.
Alla fine ho ritagliato quel trafiletto e lo ho incollato nel mio taccuino.
Messa un pochino in ordine suona così:
Imprevedibile funambolo
Autore che pur ha un ruolo
Personaggio quasi sempre nuovo
Stupirci il suo motto
Navigare invece di scendere
In effetti c’era qualcosa di nascosto. Esercizio banale, ma mi ha parecchio divertito.