In questi giorni dormo malissimo. Mi rigiro continuamente nel letto, aggiusto i cuscini, provo tutte le posizioni conosciute ma niente da fare. Non dormo.
Non dormo non perché ho paura del coronavirus. Oramai sono quasi dieci giorni che sono chiuso in casa. Esco una volta a settimana per comprare generi alimentari come da raccomandazioni. Il mio contatto con il mondo esterno si limita al tragitto casa- deposito della spazzatura. A questo punto dovrei essere quasi certo di non avere contratto il coronavirus.
E quindi che cosa non mi fa dormire?
Non dormo per la stessa ragione che da sempre, almeno negli ultimi 7 anni, disturba il mio sonno. Non dormo perché sento la responsabilità del fatto che dalle decisioni che prendo, non da solo ovviamente, dipende il futuro di più di cento persone che hanno dato l’anima per l’azienda per cui lavoro. Dormo ancora meno se mi metto a pensare alle economie domestiche che quelle persone sostengono con il loro lavoro.
Ecco perché non dormo.
Non dormo perché le restrizioni che ci sono state imposte, sebbene animate da buone intenzioni, sono decisamente in conflitto con quanto recita la nostra Costituzione. Non ho una soluzione alternativa al problema e quindi mi adeguo a quello che rutengo essere un comportamento corretto nell’interesse di tutti. Questo non toglie che a bocce ferme qualche domanda ce la dovremo fare.
Ecco perché non dormo.
Non dormo perché detesto coloro che si sentono superiori a tutto ed a tutti. Un ex ministro dell’Interno, con la m minuscola perché quella maiuscola non se la merita, passeggia per le strade di Roma mano nella mano con la propria fidanzata declamando di andare a fare la spesa e contravvenendo a tutte le raccomandazioni che vengono ripetute incessamente. Anche a questi personaggi andrebbe presentato un conto, se non altro politico, che consideri le loro azioni.
Ecco perché non dormo.
Non dormo perché un coglione totale, figlio della perfida Albione, dice che il coronavirus è una scusa che gli Italiani usano per non lavorare e contemporaneamente il suo primo ministro dichiara che la soluzione è l’immunità di gregge.
Ed a notte fonda mi alzo per farmi una tisana. La sorseggio lentamente mentre salgo le scale fino a raggiungere la mansarda dove ora dormono i miei figli. Mi fermo sullo stipite ad osservarli. Sono sotto le coperte e stanno riposando. Loro come sempre. Sorrido.
Ritorno nella mia camera e, forse, qualche ora di sonno riuscirò a metterla insieme.