Passo gran parte del mio tempo lavorativo cercando di fare comprendere alle persone quanto beneficio possano ottenere nel costruire delle esperienze di valore per i loro utenti. É il modo più semplice per ottenere risultati di valore.
Osservo altri professionisti all’opera e, spesso, mi rendo conto che il loro unico scopo è quello di vendere un prodotto od un servizio. C’è poco altro.
Io non ci sono mai riuscito. Non sono mai riuscito nemmeno a vendermi per quello che sono.
Mi rendo conto che a 51 anni non provo più la necessità di raccontare bugie o di addomesticare la realtà. Le cose sono quelle che sono. Le relazioni professionali, e quelle personali, esistono se sono di valore per entrambi. In caso contrario è meglio lasciare perdere.
Mi rendo conto di un radicale cambiamento personale. Ho perso totalmente l’interesse per le cose inutili e non in grado di farmi provare una esperienza di valore. Mi piace l’interazione fisica con le cose che mi interessano. Voglio toccare, provare sensazioni, ascoltare i rumori, sentire i profumi, ascoltare i suoni.
Questo è il motivo per cui ho ripreso a panificare. Mi piace fermarmi a osservare la pasta madre che è lievitata. Osservarne l’aspetto e sentirne il profumo. Vedere crescere l’impasto. Aspettare che il forno termini il suo lavoro e riempirmi le narici del profumo della farina. Lentamente. Evitando la corsa veloce del lievito di birra ma imparando a conoscere il tuo lievito, la tua farina, la casa in cui panifichi.
Mi piace il rasoio a mano libera perché richiede cura e attenzione. Va affilato di tanto in tanto e puoi ascolare il rumore della lama che scorre su una pietra che ha decine di migliaia di anni. Ogni lama ha un comportamento diverso, sia sulla pietra che sulla tua pelle. Devi ascoltarla e conoscerla.
Mi prendo cura delle mie scarpe e provo cere e panni diversi. Spazzole di foggia e manifattura diversa. Le vedo riprendere il loro splendore originale nonostante i passi che hanno sostenuto. Sento il profumo del cuoio che si mescola con quello della cera.
Colleziono chitarre perché sono in grado di produrre suoni e rispondono in maniera diversa alle sollecitazioni delle tue dita. Cambiano negli anni e cambiano in funzione del luogo in cui si trovano. Il legno invecchia insieme a te e la fisicità dello strumento è incredibile.
Leggo. Moltissimo. Ascolto tanta musica. Il mio modo di viaggiare, e di fuggire, rimanendo seduto sul mio divano. Faccio mie fantasie ed esperienze di altre persone che mi accompagnano per qualche ora.
Coltivo poche e selezionate relazioni personali. Molte, sebbene importanti, riconosco di trascurarle più del dovuto. Anche in questo caso sono fortunato.
Mi rendo conto che ai miei clienti non racconto bugie. In fondo racconto solo quello che sono o, meglio, quello che sono diventato. Nonostante tutto si può evolvere e cambiare in meglio. Spesso è necessario uno scossone devastante e spesso ci si ritrova dove non si voleva essere. Dicono che si chiami vita. Accade, e basta. Il resto sono veramente solo stronzate.
Ecco, io, a 51 anni suonati, sono proprio stanco di stronzate. Ho solo bisogno di cose vere e poche chiacchiere.
E no, il coglione totale non ci arriva. Gli basta il suo piccolo mondo.