Complessità e potenzialità

In questi giorni sto giocando moltissimo con Ableton e con il controller Ableton Push.

Ableton è una applicazione dalla potenza straordinaria. Puoi farci cose che sino a qualche anno erano assolutamente inimmaginabili in questo campo. Questa potenza si esprime in una complessità intrinseca dello strumento.

La complessità non è mai un problema. Basta studiare e la superi con relativa semplicità. Si tratta solo di una funzione in base tempo. Più tempo hai a disposizione per studiare, più velocemente sarai in grado di domare la complessità.

Per quanto riguarda le potenzialità il discorso è ben diverso.

Essere esposti ad una quantità enorme di opzioni per potere scrivere musica è in un certo qual modo limitante. Alla fine ti perdi a fare tweaking di centinaia di parametri che ti distraggono da un processo che dovrebbe essere principalmente creativo.

Alla fine hai imparato tutto su filtri, effetti, strumenti e via dicendo ma non hai scritto una nota che sia una.

Forse questo genere di applicazioni dovrebbero metterti davanti ad una progressiva esposizione delle potenzialità. Cominci con poche cose e poche opzioni e una volta che hai fatto il grosso del lavoro ti dedichi al perfezionamento di quello che hai creato.

C’è questa bella applicazione sul mac che si chiama Flowstate. E’ una applicazione che ti permette di scrivere dei semplici testi. Quando lanci l’applicazione decidi per quanto tempo vuoi scrivere e dai un nome al tuo file. Se durante la scrittura del testo non digiti nulla per più di 5 secondi tutto quello che hai scritto viene cancellato automaticamente.

In questo caso il concetto è portato all’estremo ma diciamo che si avvicina.

Tutto questo vale, ovviamente, se hai qualcosa da dire.

Oggi salto l’appuntamento

Complice una brutta influenza ed i deliri della febbre alta oggi credo che per la prima volta mi toccherà saltare il quotidiano appuntamento con Corrente Debole.

Oltretutto ben poco da scrivere ci sarebbe oogi che non comportasse un proflùvio di improperi.

Il panorama è triste.

Chi non capisce come funziona una matita copiativa, chi non capisce che si può votare anche senza documenti, chi si sente ferito come un leone, chi si sente vincente come un leone. Quelli che solo oggi realizzano che si stava votando un testo costituzionale, quelli che sapevano benissimo che si stava votando un testo costituzionale. Quelli che fanno “ciaone” e che solo per l’uso di questo termine dovrebbero essere mandati al confino. Quelli che fanno il tifo da stadio, quelli che sono allo stadio invece di essere davanti alle urne. Quelli che, per la prima volta, fanno un discorso da vero uomo di stato e vengono presi per il culo.

Sarà il delirio della febbre ma il futuro oggi mi sembra meno promettente.

Torno a letto. Domani sarà un giorno migliore.

Le buste della spesa

Oggi sono andato a fare degli acquisti in un supermercato. Arrivato alle case avendo dimenticato a casa le buste riusabili ho dovuto chiedere delle buste alla cassiera. I fighetti queste buste le chiamerebbero shopper.

Mi sono state consegnate queste buste biodegrabili e compostabili fatte di Mater-Bi, un derivato del mais.

Siamo tutti daccordo che le vecchie buste di plastica fossero una potentissima arma non convenzionale contro l’ambiente ma queste che mi hanno consegnato sono uno strumento perfetto contro il mio quieto vivere.

La prima considerazione che faccio è che queste buste della spesa sono più piccole e più costose delle precedenti. Direi che le motivazioni sono due. Credo che siano più piccole semplicemente perchè la resistenza del materiale è inferiore alla comune plastica. Il costo credo che sia diretta conseguenza della scelta del materiale.

Per quanto attiene al costo diciamo che sono più che disposto a sostenerlo se si tratta di salvaguardare l’ambiente. Per le dimensioni mi posso adattare anche se la capacità delle mie mani di portare dieci sacchetti è prossima al limite naturale dell’arto.

La seconda considerazioni riguarda il fatto che lo spessore di queste buste è inferiore a quello della carta velina. Si rompono solo a guardarla di traverso da lontano.

Questo fatto è aggravato dal fatto che il packaging della maggior parte dei prodotti sembra non curarsi affatto di questo problema. Basta un prodotto la cui confezione abbia una parvenza di spigolo vivo e addio borsa. Si apre istantaneamente uno squarcio.

Io credo che si debba ripensare in toto il tema del packaging in modo che sia l’intero sistema ad avere un approccio strutturato alla salvaguardia dell’ambiente da un lato e alla esigenza di evitare rotture di palle agli utenti. Credo che sarebbe un perfetto esempio in cui il Service Design potrebbe dire la sua.

Tutto questo per dire che ho rovinosamente sparpagliato un chilo di mandarini sul pavimento del centro commerciale a seguito della rottura di una delle buste.

La democratizzazione degli strumenti

Se volevi creare musica elettronica, ma anche musica tradizionale se è per questo, una ventina di anni fa dovevi sostenere costi difficilmente sostenibili da un non professionista.

Per comprare un campionatore od un sintetizzatore eri costretto a cedere un rene al mercato nero dei trapianti.

Oggi la situazione è cambiata radicalmente.

Con qualche centinaio di euro puoi crearti uno studio domestico di tutto rispetto e produrre musica di alta qualità.

La barriera di ingresso è praticamente inesistente. Su vuoi farlo, puoi farlo.

La tecnologia è talmente evoluta che i tempi di produzione si sono accorciati notevolmente così come sono esponenzialmente aumentate le potenzialità espressive.

Tutti possono avere accesso agli strumenti con una economia accessibile a molti.

Se spostiamo la nostra attenzione dagli strumenti alla formazione, dobbiamo riconoscere che è avvenuta la stessa cosa.

Anni fa dovevi avere vicino qualcuno che fosse introdotto nelle segrete cose e che fosse disposto a spendere del tempo con te per trasferire la sua conoscenza.

In quest’ottica Internet ha giocato un ruolo fondamentale. Su internet puoi trovare tutorial di ogni genere che ti possono insegnare quello che ti serve per produrre musica di alto livello.

La stessa considerazione vale per l’accesso al mercato nel caso si voglia tentare di guadagnare dei quattrini dalla propria attività musicale.

Internet ti espone direttamente al mercato e le possibilità di farsi notare sono molto molto più grandi di quanto non fossero anni addietro.

Possiamo quindi affermare che c’è stata una democratizzazione degli strumenti, della cultura e del mercato.

Tutti possono fare musica.

Musica di qualità? Dipende.

Se sei una scimmia da tutorial non farai altro che copiare qualcosa che altri hanno fatto. Non ci sarà spunto creativo ma solo ripetizione.

Questa condizione rimarrà tale per la maggior parte degli utenti.

Coloro i quali avranno qualcosa di valido da dire musicalmente parlando di staccheranno dal flusso principale una volta imparato i principi e saranno in grado di esprimersi con la propria originalità.

A me sembra una vera e propria rivoluzione.

Oltre a questo dobbiamo rilevare che questa considerazione è valida per qualsiasi campo di applicazione e non solo la musica.

Conversazioni surreali

In alcune occasioni i miei viaggi in taxi trasformano in avventure surreali.

Quella di oggi è stata una di quelle.

Il tassista in questione era un milanese doc non ancora trasformatosi in un milanese imbruttito.

Mi ha raccontato che dopo avermi accompagnato a destinazione sarebbe andato a casa perchè il suo turno sarebbe terminato.

Mi ha detto che la casa in cui vive, comprata dai suoi genitori negli anni 70, è stato un grandissimo investimento.

Il collegamento al fatto che non esistono più i costruttori di una volta è stato il passaggio successivo.

Se ti va bene oggi al posto del cemento usano la sabbia

Mi ha detto che lui sta molto attento a come spende il suo denaro e che dopo essersi fatto i conti ha deciso che ai figli non avrebbe comprato un auto ma che gli avrebbe dato libero accesso a car2go ed enjoy.

Certo, io ti mantengo all’università ma tu mi devi portare dei risultati. Comunque li ho spinti a fare l’esame per prendere la licenza da tassista. Se va male hanno sempre la mia licenza. Chiaramente me la devono pagare perchè io mica l’ho avuta gratis.

Da qui alla critica di Uber il passaggio è stato breve.

Chi ti garantisce che un autista di Uber non ti violenti?

Nonostante il mio profilo di rischio per l’evento in questione sia per me decisamente basso io mi sono domandato che mi garantisce che un tassista non possa violentarmi? Non mi è sembrato il caso di sollevare obiezioni sul tema.

Quello che segue subito dopo non ha alcuno collegamento logico con tutta la nostra conversazione precedente.

Chi ha inventato l’acqua calda ha accesso un fuoco. Il fuoco, ovviamente era stato inventato prima. Dopo avere acceso il fuoco ha preso un pentolino, ci ha messo dentro dell’acqua e poi ha atteso che l’acqua bollisse. In quel modo ha inventato l’acqua calda. Certo, quando hai inventato l’acqua calda puoi inventare qualsiasi cosa.

Mi sono limitato ad un timido “naturalmente”.

Ci sono dei giorni che si concludono davvero in maniera piuttosto buffa.

 

Per favore, grazie!

Quando quattro anni fa mi ritrovai a negoziare il mio ingresso in Sketchin mi ricordo molto bene che Luca rimase sorpreso da una mia richiesta.

Gli dissi che ero molto colpito dalla qualità del lavoro che veniva realizzato ma che per accettare la sua offerta avrebbe dovuto aggiungere tre buoni che ogni anno avrei potuto spendere a mio insindacabile giudizio.

Ricordo che Luca rimase un pochino perplesso di fronte a questa mia richiesta.

Mi chiese che cosa fossero questi tre buoni. Io risposi che era mio desidero avere l’opzione di rifiutare fino a tre clienti o progetti in un anno senza che nè lui nè i componenti del consiglio di amministrazione mi chiedessero spiegazioni.

Si mise a ridere e mi concesse questo grandissimo lusso.

In quattro anni in fondo ne ho speso solo uno. Ovviamente non rivelerò il nome di colui il quale ho rifiutato.

Ecco, se tu parli con me ed in ogni discussione che conduci usi sempre e comunque il modo imperativo, non cominci la frase con per favore ed alla fine della discussione non ringrazi, sappi che hai alte probabilità di vincere uno di quei buoni.

Garantito al limone, non avrà rilevanza alcuna quale posizione tu occupi nella gerarchia astrale della tua azienda. Direi inoltre che vale la pena ricordare che quella gerarchia vale nella TUA azienda e non nella mia.

Si, oggi mi ha preso molto, molto male.

Beatmaking

Sono sotto l’effetto di una nuova passione musicale che si affianca alla più tradizionale attività sulla chitarra elettrica.

Il beatmaking è quello che mi sta occupando parte della notte in queste ultime settimane. Se non sapete di cosa si tratta e vi piace la musica vi consiglio di non avvicinarvi. E’ materia pericolosa e aspramente dibattuta.

Abbiamo due frange diametramelmente opposte. Ci sono coloro che dicono che si tratta di creazione di musica come se si trattasse di uno strumento vero e proprio e quelli che la considerano una forma minore di produzione musicale.

Io personalmente dopo mesi di studio e letture sull’argomento tenderei a schierarmi con la prima compagine. Fare beatmaking come si deve è decisamente molto complesso. Tanto complesso quanto potrebbe essere raggiungere al completa padronanza di uno strumento fisico.

Nel frattempo sono rimasto stupito dai passi avanti che la tecnologia musicale ha fatto in questo campo. Pochi affezionati ricorderanno l’AKAI MPC 3000 che venne lanciato sul mercato. Era il 1994 ed io avevo sinceramente considerato di non mangiare per sei mesi per potermene permettere uno.

Oggi tutto quello che potevi fare sull’MPC 3000 lo puoi fare sul tuo iPhone.

Ho avuto modo di provare l’Ableton Push. Se andate sul sito di Ableton e guardate la pagina relativa all’Ableton Push 2 (qui) è molto interessante se rileggiamo quanto ho scritto sopra.

Push is an instrument that puts everything you need to make music in one place

Ableton considera il Push 2 come un vero e proprio strumento musicale ed io sono dello stesso avviso. Certo non è uno strumento tradizionale ma quello che ci puoi fare offre enormi possibilità per un musicista o sedicente tale come il sottoscritto.

Per chi avesse dei dubbi sulla qualità delle cose che si possono creare con questo genere di tecnologie provate a cercare su YouTube qualcosa suonato dai Jazz Liberatorz, come ad esempio Slow Down e poi ditemi.

Oltre a questo va detto che è naturalmente possibile affiancare la musica più tradizionale a questo approccio più tecnologico. Ieri sera ho costruito una base di batteria con nuances hip hop e una linea di basso per poi suonarci sopra con la chitarra registrando il risultato.

Non c’è dubbio. Questa è musica vera e veramente molto difficile da produrre.

Prometto che non ammorberò nessuno con i miei tentativi.

Gabbie mentali

Quest’oggi dovevo lavorare ad una presentazione esistente integrandola con un mio contributo sul tema.

Diciamo che avevo le idee chiare sino al momento in cui non ho aperto il file.

La struttura del template della presentazione mi ha imposto una organizzazione del contenuto a cui non ero preparato. Mia mamma usava un termine:cincischiare. Lo usava quando mi vedeva perdere tempo su qualcosa senza davvero avere l’intenzione di portarla a termine o di lavorarci per davvero.

Nel caso specifico ho cincischiato per un paio d’ore senza essere in grado di concludere nulla di concreto.

Questo sino a quanto non ho aperto una presentazione completamente vuota e mi sono messo, finalmente, a produrre qualcosa di valore.

Questo mi ha portato a ragionare sul fatto che gli strumenti che utilizziamo ci impongono un determinato flusso di lavoro. Nel caso di semilavorati come quello di oggi anche l’impostazione intellettuale di chi ci ha preceduto impone una continuità di pensiero che non sempre riesce efficace per chi deve lavorarci ex post.

Il negozio di strumenti musicali

Questa mattina sono andato insieme a Beatrice ad acquistare un nuovo violino. Sembra che nonostante la difficoltà dello strumento lei abbia deciso comunque di continuare a suonare.

Siamo andati in un grande negozio di strumenti musicali milanese. Non facciamo nomi ma chi bazzica questo genere di negozi potrà capire molto facilmente di chi sto parlando.

La musica è una passione e un modo di comunicare universale. Chiunque acquista uno strumento musicale, salvo alcuni casi,  lo fa mosso da vera passione. Molti strumenti sono costosi ed io ricordo che in passato ho risparmiato per mesi per potermi comprare un nuovo strumento, un effetto od un nuovo amplificatore.

L’acquisto in sè è un evento carico di aspettative ed emozioni.

Lo stesso vale per chi si avvicina ad uno strumento e non ha competenze per potere giudicare le qualità di uno strumento piuttosto che di un altro. Per questo motivo si cerca aiuto e consiglio nelle persone che stanno in negozio.

Ecco, io un negozio di questo tipo mi aspetto che le persone che aiutano i clienti siano mosse dallo stesso entusiasmo e dalla volontà di condividere con la stessa passione.

Purtroppo questo entusiasmo e cura per il cliente io non lo vedo, salvo alcune rare occasioni.

Ed è un vero peccato perchè l’assortimento che tu hai è enorme e mi serve quando io arrivo con le idee ben chiare ed in venti minuti esco esattamente con quello che stavo cercando.

Nei negozi di strumenti musicali si potrebbe davvero costruire una esperienza di vendita degli strumenti e di vita all’interno del negozio che potrebbe essere davvero innovativa.

E’ un vero peccato non approfittare di questa occasione e continuare ad essere accolti come degli scocciatori.

 

Tutti esperti di tutto

Immaginate quegli stormi di uccelli che si vedono nel cielo in alcuni momenti dell’anno. Sono composti di una quantità di uccelli enormi e si muovono tutti all’unisono cambiando velocemente direzione e velocità seguendo chissà quale regola.

In alcuni casi i comportamenti delle persone sui social network mi sembrano mimare quel tipo di comportamento.

Muore Fidel Castro e tutti si trasformano in storiografi della rivoluzione Cubana.

Gioca la nazionale di calcio e tutti diventano allenatori.

Si vota per una riforma della Costituzione e tutti sembrano essere membri della Consulta.

Tutti hanno il diritto di manifestare una opinione. Per questo sono molto disposto ad accettare un post su qualsiasi argomento sul quale si decida di rappresentarla. Quello che non capisco è la sequenza di commenti che segue da parte di tutti gli altri “esperti” dell’argomento. Oltretutto questo tipo di comportamento mina amicizie decennali, rompe fidanzamenti e favorisce divorzi.

Diciamo la verità. Se hai fatto la sciampista fino a ieri io dubito che tu possa avere competenze sulla efficacia scientifica di un vaccino. Magari te ne interessi perchè l’argomento ti intrippa ma dubito che nel mondo reale ti lanceresti in una tenzone con un virologo.

Insomma, magari studiamo prima di chiacchierare a vanvera. Me compreso, ovviamente.

Festa al bowling

Una agitatissima compagine di ottenni festeggia il compleanno di un sodale presso il locale bowling.

Tralascio il fatto che il bowling di cui sopra si trova proprio sotto il palco dove tra poche ore si esibirà Elisa con conseguente invasione di fan deliranti alla ricerca di un parcheggio ormai introvabile.

Le divinità che proteggono il giuoco del bowling si stanno rivoltando per come viene interpretato il sacro rito.

Ci sono listarelle di parquet che stanno lacrimando resina e preferirebbero molto di più finire in un caminetto che sottostare ai feroci colpi di questi masnadieri.

L’addetto alle piste ha già tentato due volte di impiccarsi al calorifero con i lacci delle scarpe.

Le mamme stanno tenendo un consesso privato che il G8 a confronto è una riunione di compagni d’asilo.

Ci sono palle da bowling che volano in tutte le direzioni tranne quella che naturalmente dovrebbero prendere.

Guardo tutto questo e penso che sia una grande idea. Immaginate se tutto questo accadesse in casa.

Progressi

Per i miei appunti di lavoro io sono ancora molto legato al mio taccuino ed alla mia storiografica con inchiostro color sangue di piccione.

Regolarmente provo a passare al digitale, non ultimo il tentativo con iPad Pro e Pencil. Purtroppo non funziona.

Torno regolarmente ai miei taccuini.

Ieri sera mi sono capitati sotto le mani quelli dell’avventura con Sketchin.

Sono passati quattro e, accidenti, ne abbiamo fatta di strada. 

Son soddisfazioni.

Ma che si vota?

Mi è parso di capire che il prossimo 4 Dicembre si vota.

La mia timeline di Facebook, e, in forma più attutita data la sua natura più internazionale, di Twitter è piena di ogni genere di esternazione.

Sia per un fronte che per l’altro ho letto delle fregnacce di dimensioni colossali. Si passa da scenari che prevedono future dittature ad altri che descrivono il realizzarsi del paradiso in terra.

Ho visto persone che si sono sbattute per rendere evidenti a tutti le differenze tra i due testi. Io sono nato informatico e come tale prima di mettermi a fare il lavoro sporco verifico se lo ha fatto qualcuno prima di me e, magari, meglio. Poco mi importa se il lavoro lo ha fatto il promotore di un fronte o dell’altro.

Come sempre avviene su questioni politiche gli animi si infiammano molto velocemente. Il mio su questi temi ha smesso di essere infiammabile intorno al secondo anno di università.

Io studio e poi decido serenamente cercando di evitare di farmi influenzare.

Personalmente uso il magico bottone “hide” di facebook su ogni post di questo genere. Arma molto spesso sottovalutata ma di enorme efficacia per la mia integrità di pensiero.

Insomma, avete un pochino rotto le palle nel tentativo di sensibilizzare. La vera verità è che non ci sono influencer ma solo rompiballe.

L’unica cosa che avrebbe senso pubblicizzare su questo tema è la seguente: studia ed alza il sedere per andare a votare.

Le persone umili

Conosco persone che in termini professionali, passato e futuro, mi possono mangiare a colazione come se fossi un cornetto appena sfornato.

Ogni volta che incontro una di queste persone imparo qualcosa dì nuovo ed emozionante.

Nonostante tutto quello che queste persone avrebbero da raccontare e dì cui potrebbero passare ere geologiche a vantarsi, esse rimangono di una umiltà assoluta.

Potrebbero riempire il loro wall di Facebook con le imprese realizzate per i loro clienti o con le nomine prestigiose ricevute.

Ecco, queste sono le persone che mi piace avere intorno.

Vorrei avere anche io la loro umiltà e capacità di rendere semplici le cose difficili.

Parole Sparse - Il podcast di Corrente Debole

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