In questi mesi in cui ho ricominciato a scrivere su questo blog mi è capitato di sentirmi chiedere per quale motivo il contenuto principale sta ancora su un blog.
Di fatto pubblico i contenuti su Corrente Debole e poi in maniera automatica li distribuisco altrove. La pagina Facebook, Twitter, la pubblicazione su Medium e LinkedIn.
In effetti ci sarebbe da domandarsi perché non limitarsi ad una pagina su Facebook, una pubblicazione su Medium o i semplici post su LinkedIn.
La risposta è semplice.
Desidero mantenere il controllo totale su quello che pubblico. Per una qualsiasi ragione al di fuori del mio controllo potrei venire bannato da Facebook, LinkedIn, Medium e Twitter e poco potrei fare a riguardo. In questo caso la storia di Davide contro Golia non funziona. Perderei in un istante tutto quello che ho scritto e che, in fondo, mi appartiene.
Se, al contrario, i miei contenuti vivono su uno spazio che controllo, quasi, totalmente non corro questo rischio. Mi faccio delle copie digitali dei miei contenuti su Google Drive e Dropbox ed anche se il data center di Mediatemple salta per aria quei contenuti saranno salvi.
Non perché siano perle di cui l’umanità non possa fare a meno ma, piuttosto, perché sono cose mie e mi piace conservarle. Di fatto sono perfettamente conscio che di quello che scrivo non importa nulla a nessuno ma, comunque, voglio avere la libertà di scrivere quello che mi pare al di là di restrizioni più o meno giuste imposte da altre piattaforme.
Rimane il tema che sto regalando contenuti a LinkedIn, Facebook e Medium e che questi, sebbene marginalmente, contribuiscono al loro modello di business. E’ vero. Diciamo che in questo momento mi importa poco.