Rientro in studio

Oggi per la prima volta dopo più di tre mesi sono rientrato nello studio di Sketchin in Svizzera.

Tutto molto strano.

Alzarsi e prepararsi per muoversi verso la Svizzera. La ricerca dello zaino che dopo tre mesi non avevo nessuna idea di dove fosse finito. La verifica del suo contenuto che in questi mesi è stato sparso per tutta casa. Una sensazione strana. Un insieme di gesti che sino a ieri erano una abitudine e che venivano eseguiti con pura memoria muscolare.

Non è più così, almeno per il momento. Devi pensare e rimettere tutto in fila.

Arrivo in dogana ed anche questa è una sensazione strana. Il paesaggio sembra nuovo e la guida non è sciolta come lo è stata in passato. E’ come scoprire luoghi nuovi durante un viaggio. Non immaginavo certamente che soli tre mesi potessero avere questo effetto.

Arrivo in studio e parcheggio. La manovra stessa suona come nuova e un pochino impacciata. Non sono più abituato alle misure ed agli spazi del nostro parcheggio.

Prendo l’acensore e salgo in studio. Spalanco la porta ed entro. In studio ci sono due persone. Un’altra sensazione stranissima. Generalmente quando arrivavo in studio, questo era pieno e mi prendevo il tempo di fare il giro per salutare tutti e scambiare due parole.

Oggi regna il silenzio e non ho mai visto il nostro studio così ordinato come lo è oggi.

La sensazione che si prova è quasi di estraneità. Tutto è algido e freddo, come se non avesse vita. E’ come un fermo immagine alla fine di una settimana di lavoro dove tutto si ferma e viene pulito per riprendere vita il giorno successivo.

In un certo qual modo è estraniante.

Questo è però il modo per ricominciare e cercare di costruire un nuovo equilibrio che funzioni per tutti. Dopo queste poche righe veloci è arrivato il momento di rimettersi al lavoro.

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