Sigarette, finite!

Scritto leggero e, decisamente, ironico.

Vuoi vedere che grazie a questo isolamento forzato è la volta buona che smetterò di fumare?

Sì perché oramai le mie scorte, ammesso che di scorte si possa parlare, sono del tutto esaurite oramai da quattro giorni. Certamente l’acquisto di sigarette non rientra certo nel contesto dell’acquisto dei generi di prima necessità e quindi me ne resto tappato in casa.

Quattro giorni fa era l’imbrunire. Raggiungo il mio ultimo pacchetto di sigarette e lo apro. Lì c’era lei, sola soletta, l’ultima sigaretta. Per qualche secondo la osservo cercando di decidere se fumarmela o meno.

Alla fine decido di sì. Me ne vado sul balcone che si affaccia sul lago e la accendo. Se deve essere l’ultima sigaretta che almeno venga fumata in un contesto degno di nota. Fumo lentamente assaporandola più delle altre perché so che è l’ultima.

La spengo e la butto nel posacenere che sta sul balcone. Espiro per l’ultima volta e rientro. Le sigarette sono finite.

Oramai è sera e quindi non ho bisogno di altra nicotina per la giornata.

La mattina dopo mi sveglio e come sempre scendo a prepararmi il caffè. La sigaretta dopo il caffè è un rito che fino a ieri era irrinunciabile. Ora ci devo rinunciare obtorto collo. Niente, non ci sono altre sigarette in casa.

Cmi sento come un drogato in crisi di astinenza e comincio a valutare le opzioni più estreme. Potrei comunque andare a fase la spesa e uscendo dal supermercato fare capolino dal tabaccaio che sta proprio di fianco alle casse. No, dai, Alessandro… Ma ti pare che rischi di fare casino per delle sigarette? Non mi sembra il caso. Potrei mandare un sms alla mia vicina di casa per chiederle se potrebbe vendermi un pacchetto di sigarette. Mi immagino una negoziazione simile a quelle con il peggio ufficio acquisti del mondo e poi vuoi mettere lo sfregio della mia dignità. Niente, anche questa strada non è percorribile.

Aspetta, forse in una qualche giacca negli armadi potrei avere dimenticato un pacchetto di sigarette. Mi fiondo un camera e comincio a frugare come se stessi derubando il guardaroba del Teatro alla Scala. Trovo un biglietto da venti euro ma niente sigarette. Missione fallita.

Forse nelle tasche dello zaino? Niente da fare. C’è però un mezzo toscano superstite di chissà quale evento. In condizioni normali sarebbe da buttare nel cestino perché è completamente secco e non possiede più nemmeno un minimo di umidità.

Vediamo… potrei fumarmelo mentre me ne sto in giardino. Rifletto. Sarebbe una mezz’ora di sollievo nicotinico… Alla fine, da buon tossico, decido di sbriciolarlo per ricavarne tabacco. Nella mia missione alla ricerca di sigarette in casa ho trovato delle cartine… Alla fine ne tiro fuori tre sigarette malconce. La verità è che le sigarette rollate non sono mai state la mia specialità. Il risultato finale è sempre improbabile.

Bene, sono riuscito ad ottenere un altro giorno di autonomia ma sto solo rimandando la soluzione finale. Le sigarette sono finite e devi fartene una ragione.

E quindi ora sono tre giorni che non tocco una sigaretta e la pulsione è praticamente scomparsa.

Forse è la volta buona che smetto di fumare. Ad ogni modo ho come il sospetto che smetterò di fare molte cose.

Photo credit:

unsplash-logoFabian Fauth
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