Spreco inutile

green and white book on green grass
Photo by Pi Supply on Unsplash

In questo fine settimana mi sono finalmente deciso a mettere ordine nei miei cassetti ed armadi.

Alla fine ho raggiunto il risultato atteso. Ora tutto mi sembra ragionevolmente in ordine. Il prodotto collaterale di questa iniziativa è che mi sono ritrovato con una quantità di cose, oramai obsolete, che non utilizzo più. Per lo più si tratta di hardware di varia natura.

Una quantità di telefoni cellulari, smartphone e non, accumulati negli. Vecchi personal computer, routers, switch, hub, kindle di vecchie generazioni, WiFi USB adapter e via discorrendo.

Mi sono reso conto che si tratta di uno spreco incredibile.

Da un lato vorrei provare a dare nuova vita a questi oggetti trasformando lo scopo per il quale erano stati creati in un altro, più utile alla naturale decadenza della loro funzione principale. Potrei ad esempio rendere un vecchio Kindle il pannello di controllo del mio sistema di home automation. Potrei trasformare un vecchio Raspberry Pi in un sensore di presenza in una stanza. Insomma, le possibilità sono tante, sopratutto se ti ritrovi ad essere uno smanettone.

Il problema principale è che devi davvero essere uno smanettone. Molti di questi sistemi sono chiusi o, più o meno, efficacemente protetti da interventi esterni come quelli che vorrei condurre.

Mi domando per quale motivo (domanda retorica) i produttori non permettano di mettere mano a questi sistemi una volta che sono diventati obsoleti. Prendiamo l’esempio del Kindle. E’ un sistema chiuso ma si possono aggirare le restrizioni facendo un po’ quel che ci pare. Per quale motivo dopo la vita naturale del prodotto, diciamo quando questi viene ritirato dal mercato, non viene rilasciato un sistema operativo aperto che potrebbe ridare nuova vita al prodotto?

Sarebbe una cosa che mi farebbe percepire il brand come più attento ai consumatori ed all’ambiente in senso lato. Non butto via o lascio a prendere polvere in un cassetto ma riadatto un prodotto ad un altro uso.

Utopia, ovviamente. Però a me piacerebbe un sacco!


Shameless self promotion ahead…

Nel caso non ve ne foste accorti qui in giro c’è anche un podcast con il quale potrete intrattenervi.

Quello di seguito è l’ultimo episodio.

Qui, invece tutti gli episodi pubblicati sino ad ora: Parole Sparse – Il Podcast


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