Farmi la barba è oramai diventato un rito mattutino irrinunciabile. In realtà lo è sempre stato ma con la nuova passione per il rasoio a mano libera ha assunto una nuova, più complessa, e più strutturata, forma.
È il momento in cui inizia la giornata. Molto spesso all’alba quando ancora tutti sono sotto le coperte.
Il primo suono. Il rumore dell’acqua calda che scorre nel lavandino sino a raggiungere la temperatura giusta. Dolce, sottile, pieno. Tutto sta per cominciare.
Il secondo suono. Il montaggio del sapone da barba nella ciotola da barbiere. Un suono pieno e ovattato. Il sapone che comincia a montare ed il pennello che si gonfia di schiuma pronto ad accarezzare la pelle per prepararla alla rasatura.
Il terzo suono. Il rumore del pennello da barba sul viso. Il suono delle setole che si scontrano con i peli della barba nel tentativo di ammorbidirli e piegarli alla fine che presto faranno.
Il quarto suono. Il rumore, inconfondibile, della lama del rasosio sulla pella. E’ un suono metallico ma dolce. Accompagna lo scorrere della lama sul viso come se fosse un orchestra che accompagna una rappresentazione teatrale.
È quello il momento nel quale non ti puoi distrarre. Il rasoio è dolce ma richiede rispetto ed attenzione come una bella donna. Se ti distrai non esiterà ad affondare nella tua pelle. Lo devi assecondare. Lasciare che sia il suo peso a fare tutto il lavoro e non la pressione della tua mano.
Richiede concentrazione. Una concentrazione che ha l’effetto positivo di allontanarti da qualsiasi cosa facendoti trascorrere qualche minuto in una bolla spazio-temporale. È il primo momento della gioranta in cui ti devi concentrare su qualcosa di importante e definisce il resto della giornata. Il mio cervello è pronto al resto.
Secondo me dovreste provare.