Tutto di corsa

Photo by Miguel A. Amutio on Unsplash

In questi due anni di pandemia e di conseguente isolamento ho avuto conferma riguardo un sospetto che nutrivo da tempo.

L’utilizzo della urgenza, delle tante cose da fare, e del farci sopraffare dal lavoro altro non è che un tentativo di sfuggire al pensiero della nostra situazione.

Un quotidiano stressante ed impegnativo riempie quel tempo che altrimenti non potremmo fare altro che dedicare alla analisi della nostra situazione personale. Come stanno andando le mie relazioni, il mio matrimonio e, in senso più lato, la mia vita.

La giustificazione che ci diamo è che abbiamo una vita complicata che richiede continua attenzione ed azione.

In fondo non è affatto vero. Siamo, quasi, sempre noi a scegliere il livello di complessità. Siamo noi a decidere cosa è urgente e cosa non lo è. Cosa richiede la nostra attenzione immediata e cosa non la richiede.

Abbiamo deciso di vivere una fuga continua dal bilancio della nostra esistenza riempiendola di cose per lo più inutil.

Da lungo tempo, ed in tempi non sospetti, ho deciso di mettere fine a questa fuga e fermarmi. E’ costato lacrime e sangue ma ora mi sento, finalmente, libero e risolto.

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