Io ancora oggi nutro un sano terrore per quella che fu la mia professoressa di italiano e latino, la professoressa Renso. Davvero! Certe mattine mi sveglio domandandomi se oggi mi interrogherà in latino o se ci restituirà il tema di italiano.
Il massimo terrore era il giovedì mattina durante la quarta liceo. Tre ore filate di italiano e latino. Non si poteva sfuggire. La probabilità di finire vittima di una interrogazione era altissima e non c’era via di scampo. Ogni volta che il bidello arrivava dicendoci che la professoressa non ci sarebbe stata esultavo come davanti al miracolo di San Gennaro.
Quella quarta liceo fu terribile. Tra il terrore, lo scarso desiderio di passare del tempo sui libri e lo scompenso ormonale ne sono uscito per il rotto della cuffia.
In certi momenti penso di andare su EBay e comprarmi tutti i testi de “Il materiale e l’immaginario”, il vocabolario di latino Devoto-Oli e la grammatica latina per poi bruciarli nel giardino di casa in un rito liberatorio.
Per tutte le ragioni di cui sopra, una professoressa di greco e latino in un liceo è quanto di più prossimo al terrore uno studente possa immaginare.
E se il malcapitato studente pensava di salvarsi per via della didattica a distanza, si sbagliava di grosso.
In un liceo una professoressa di greco e latino chiede ai suoi alunni di bendarsi quando vengono interrogati durante il regime della didattica a distanza. Devono quindi stare davanti ad una webcam con una sciarpa sugli occhi mentre vengono seviziati .
Secondo me stiamo un pochino esagerando.
P.S. Io, così come allora, avrei provato ad identificare un metodo per copiare. Professoressa Renso, non me ne voglia. Posso dirle che, nel lungo periodo, mi è andata molto meglio di quanto lei si aspettasse. Ho solo seguito una strada meno convenzionale e più tortuosa.