Quelle ventuno persone che mi seguono lo avranno già notato.
In queste ultime settimane sto scrivendo molto, molto meno rispetto al passato.
In verità sto riflettendo che cosa fare di questa baracca. E’ un esperimento che ha ancora senso continuare? E, se sì, in che modo continuare in modo che abbia uno scopo ed un valore per coloro che leggono.
Ci sono già troppe voci là fuori che sgomitano per farsi notare. E’ una esigenza che io non sento affatto. Non desidero affatto farmi notare. Tutt’altro. In alcuni momento mi piacerebbe essere un illustre signor nessuno di cui gli altri non si curano. Una di quelle persone invisibili che si limitano ad osservare il mondo da un punto di vista disinteressato e, quindi, privilegiato.
Non ho nulla da vendere. Non ho nulla da dimostrare. Non ho bisogno di alimentare il mio ego a forza di lettori, followers, views e like.
Per questo ci penserò su ed il primo di Gennaio deciderò cosa fare.
Per il momento mi prendo una pausa da queste pagine. I progetti personali che mi interessano non mi mancano e forse quel poco tempo che ho a disposizione mi piacerebbe dedicarlo a loro.
E poi, dai, diciamo la verità. Non è che dispensassi chissà quali perle di conoscenza.
La vita normale di una persona normale. Certo, l’eccezionalità delle normalità è sempre un valore da tenere in alta considerazione.
Come direbbe il mio adolescente preferito. “Raga, ci becchiamo”.
Ciao Alessandro, plausibile e sano domandarsi il perché delle cose che si fanno. Certo, scrivere è terapeutico, ma anche correre per te lo è. Ogni tanto sono venuto qui a curiosare ed ho scoperto delle cose che poi ho provato, ad esempio il caffè di The Smoking Tiger o la Kamira, che ho regalato. Scrivere è interessante perché rimane, è un atto di generosità se porta a condividere delle esperienze che si ritengono utili a una pratica di vita, che so, più sostenibile o soddisfacente. Io ti dico intanto grazie, quel che deciderai di fare, sarà. Un abbraccio e buone… Read more »