Come ho scritto qualche giorno fa in questa settimana sto portando del codice da una applicazione Google App Script contenuta in singoli Google Sheet a un Google Workspace Add On.
La sostanza del codice che fa il lavoro sporco non cambia molto. Quello che cambia, anche sensibilmente, è il contesto in cui il codice viene eseguito e la relazione tra client functions e server functions.
Ad ogni modo ho colto l’occasione per rivedere parte del codice che avevo scritto in passato per cercare di renderlo un pochino più efficiente di quanto non fosse.
Sono circa cinquemila righe di Javascript ed una trentina di differenti chiamate a REST API di Salesforce.
Ci sto mettendo un botto di tempo. Molto più di quanto avessi previsto.
Rileggo il codice che ho scritto ed in alcune occasioni faccio fatica a comprendere, o a ricordarmi, per quale motivo lo avessi scritto in quel modo.
Mi sono convinto che il codice è come la scrittura. Così come la nostra scrittura cambia nel tempo anche il modo in cui affrontiamo un problema e lo risolviamo con del codice cambia in funzione del momento. Non ci avevo mai fatto caso primo.
Potrebbe anche trattarsi di un problema di invecchiamento del mio cervello che probabilmente è meno elastico di un tempo. O, in alternativa, avevo scritto del codice inguardabile semplicemente per risolvere un problema in fretta.