Sono in tangenziale e la macchina mi segnala di essere entrata in riserva. Poco male, mi dico.
A poco più di un chilometro c’è un’area di servizio. Metto la freccia e comincio a spostarmi nella corsia più a destra. Davanti a me c’è una utilitaria con targa tedesca. Procede lentamente e mi costringe a rallentare. Senza mettere la freccia imbocca la corsia di accesso all’area di servizio.
Comincio a spazientirmi.
Rallenta ancora mentre cerca parcheggio nella piazzola dell’Autogrill. Lo stanno ristrutturando e per questo motivo non c’è spazio. Sono costretto a rallentare ulteriormente nell’attessa che quel benedetto uomo decida cosa fare. Si ferma e non si muove. Da milanese imbruttito ora la mia pazienza è quasi al limite. Non uso il clacson perchè mi ha sempre infastidito ma attendo.
Alla fine decide di dirigersi verso un’area più ampia dietro l’area di servizio. Cerca parcheggio anche lì ma ho l’occasione di superarlo e parcheggiare. Penso che se ci ha messo mezz’ora a selezionare il parcheggio potrebbe mettercene una a scegliere che tipo di caffè prendere.
Mentre mi avvio verso l’ingresso sento una voce “Mi scusi, mi può aiutare?”. E’ il guidatore indeciso della macchina.
Mi volto e mi incammino verso di lui.
“Buongiorno, mi dica. Come posso aiutarla?”
“Vado bene per Bologna?”
“Diciamo di si. Ora lei trova poco dopo Cusago. Vada sempre dritto e non può sbagliare.”
“No perchè volevo capire dove si prende il biglietto… Io mi ricordo che ad un certo punto dovevo accostare a destra per prenderlo”.
“Sì, certo. Una volta arrivato alla barriera può accostare a destra per prendere il biglietto. Non troppo a destra perchè all’estrema destra ci sono le corsie riservate al Telepass”.
“Telepass? Cos’è?”
“Non si preoccupi. Se non ce l’ha può prendere il biglietto.”
“Si ma devo stare a destra?”
“Se vuole andare verso Bologna deve sempre cercare di tenere la sinistra. Incontrerà prima la A7 verso Genova e poi lo svincolo per la Tangenziale Est. Lei stia sulla sinistra e si troverà davanti il casello per Bologna”.
“Sì ma io devo andare a destra per prendere il biglietto?”
“Aspetti,le faccio vedere…”
Apro Google Maps, gli mostro dove siamo e la strada che deve fare e per quanti chilometri.
Ha un accento che non riesco a identificare. Guardo la sua macchina ed è piena di pacchi e valigie fino all’inverosimile. Sta viaggiando da solo.
Si convince.
Per sicurezza lo spiego un’altra volta.
Mi dice “Mi deve scusare. Sono 25 anni che manco dall’Italia e vivo in Germania in un piccolo paese da quale non mi sposto mai. Sto andando a trovare dei parenti. Finora sono stati tutti maleducati quando ho chiesto informazioni.”
“Non si preoccupi. Mi ha fatto piacere aiutarla. Senta, io sto andando a bere un caffè prima di fare rifornimento. Mi vuole fare compagnia?”
Ci avviamo insieme verso l’ingresso e passo dieci minuti a conversare con uno sconosciuto.
Mi pento di essermi innervosito.
Mi fa piacere bere il caffè con lui e ascoltare la sua storia. Questa storia la tengo per me.