Software

Photo by Erik Mclean on Unsplash

Io vengo da quella generazione per la quale il software che volevi usare si comprava. Avevi bisogno di una qualche applicazione? Compravi una licenza e lei viveva tranquilla sul tuo computer fino alla fine dei giorni.

Il massimo che poteva accadere era il rilascio di una versione aggiornata della stessa applicazione che richiedeva un upgrade. A quel punto tu ti facevi le tue valutazioni e decidevi se le nuove funzionalità valevano l’acquisto di una nuova licenza o meno. Nel caso tu avessi deciso di non acquistare la nuova licenza la tua applicazione continuava a vivere sul tuo computer senza problemi.

Dal mio punto di vista questa era una soluzione ideale. Decidevo se investire una determinata cifra di denaro ed in quel momento il tema dei costi si esauriva.

Quel mondo è quasi completamente scomparso.

In questi ultimi anni il modello dominante è quello della sottoscrizione. Non mi piace affatto come approccio anche se ne capisco il razionale.

Facciamo un esempio. C’è stato un momento durante l’anno scorso nel quale mi sono trovato a scrivere del codice python piuttosto complesso ed articolato. Il debugger da linea di comando non mi è mai piaciuto e quello di Visual Studio Code mi è sempre sembrato molto macchinoso e poco intuitivo. Ho deciso quindi di acquistare una licenza di PyCharm. Gli IDE di Jetbrains sono sempre stati una bomba. Ogni volta che li ho usati mi sono sempre trovato benissimo. Oltretutto mi piace quel look un pochino retro che mi riporta indietro negli anni.

Ho quindi comprato la mia bella licenza per la durata di un anno. La scorsa settimana la licenza è scaduta e dato che stavo lavorando ad un progetto personale la ho rinnovata. Certo, con uno sconto fedeltà, ma la ho sempre dovuta pagare di nuovo.

Io sono un utente base e non credo che un IDE possa essere evoluto in maniera così consistente in soli dodici mesi.

Se una software house lavora su un prodotto come un IDE è difficile che dopo anni che si trova sul mercato si possano introdurre funzionalità da fare spalancare gli occhi. La maggior parte degli utenti, compreso me, si accontenterebbe di quello già in suo possesso.

E’ quindi chiaro che senza il modello a sottoscrizione i ricavi per la software house diminuirebbero perché meno utenti troverebbero utile, e conveniente, passare ad una nuova versione.

Questo significa che ogni anno devi aprire il portafoglio e pagare una nuova licenza senza che tu abbia davvero bisogno di tutte le nuove feature che sono state introdotte.

Posso capire il modello a sottoscrizione per un servizio, meno per un prodotto come un IDE o una qualsiasi altra applicazione.

In genere quando ho davvero bisogno di una applicazione cerco di capire se ne esiste una versione senza costi. Se non esiste verifico se esiste la possibilità di acquistare una licenza “lifetime” e se dal punto di vista economico ne vale la pena.

Davvero, questa tendenza non mi piace affatto.

E questo per non parlare delle sottoscrizione a Microsoft Office o Adobe. Fortunatamente uso poco entrambe e, per grazia ricevuta, fanno parte della suite di applicazione aziendali che fornisce l’azienda per cui lavoro.

Anche in questo caso mi sarebbe piaciuto avere a disposizione la possibilità di acquistare il prodotto e non la licenza d’uso dello stesso. Excel, tanto per dirne una, non è che sia evoluto in maniera così eccitante negli ultimi dodici mesi. Questo sopratutto su MacOS sul quale Excel è, purtroppo, una brutta copia di quello disponibile su Windows (Sì, dai sto esagerando in questo caso. Concedetemi l’iperbole)

Purtroppo questo è lo stato delle cose e non vedo emergere una direzione che sia diversa da questa.

Mi consola il fatto che il mondo del software Open Source ha fatto passi da gigante negli ultimi anni mettendo a disposizione degli utenti delle applicazioni che potrebbero tranquillamente essere considerati prodotti commerciali. Un esempio? Guardate Blender e cosa è in grado di fare per farvi una idea.

Quando uso del software Open Source cerco sempre di sostenere gli sviluppatori inviando del denaro. In questo caso sono io a decidere quanto per me vale quella applicazione e, generalmente, decido in funzione di quanto la stessa mi è tornata utile per risolvere un problema.

L’ultima donazione che ho fatto è stata per Octoprint che mi ha permesso di mettere in rete la mia stampante 3D.

Questo è un modello che mi piace anche se, ovviamente, è meno sostenibile per gli sviluppatori.

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