Questa mattina stavo ascoltando Radio24 nel mio tragitto quotidiano verso la Svizzera.
Pietro Bartolo era ospite della trasmissione in onda. Per chi non lo sapesse Pietro Bartolo è un medico che presta i suoi servizi a Lampedusa e dal 1992 è una delle persone che presta i primi soccorsi ai migranti che sbarcano sull’isola.
Il racconto di ciò che lui vede ogni giorno è struggente. Il suo linguaggio è semplice e diretto.
Durante il suo intervento mi hanno colpito diverse cose.
Nella sua narrazione non esiste alcun tipo di valutazione politca del fenomeno degli sbarchi. Egli si “limita” a svolgere il suo dovere di medico e a salvare vite umane.
Essere messi di fronte ad un racconto nudo e crudo di ciò che egli vede con i suoi occhi ogni giorno che Dio comanda è un pugno nello stomaco. La riflessione laterale è che è troppo semplice esprimere giudizi di merito su una situazione che non si vive personalmente. Scrivere che si dovrebbe respingerli e rimandarli tutti a casa è semplice se non hai mai visto di persona che cosa succede davvero.
Ho riflettuto sul fatto che prima di esprimere giudizi su una qualsiasi situazione si dovrebbe conoscerla, possibilmente in prima persona. Se non fai così sono solo chiacchiere.
La cosa inquietante è che, subito dopo il suo intervento, la trasmissione ha ospitato un ascoltatore che ha espresso una considerazione che mi ha lasciato molto perplesso.
Ha iniziato la conversazione dicendo che in passato aveva provato molte volte ad intervenire in trasmissione senza mai riuscirci. Pare che oggi abbia detto al centralino della radio che voleva complimentarsi con il dottore e con le forze dell’ordine per il lavoro che svolgono quotidianamente nel salvataggio dei migranti a Lampedusa. Sosteneva che questo suo messaggio positivo gli ha parto le porte della diretta.
Diceva anche che i media stanno cercando volontariamente di creare empatia con i migranti per interessi economici. In particolare la radio, di proprietà di Confindustria avrebbe degli interessi sui migranti dato che eroga dei corsi formazioni ai migranti.
Il conduttore lo ha molto gentilmente invitato a fare mercimonio del proprio sedere e, confesso, avrei fatto lo stesso.
Detesto questo atteggiamento tipicamente Italiano secondo il quale qualsiasi azione viene compiuta per un interesse personale. Non riusciamo davvero a concepire il fatto che le persone possano donare il prorio tempo e la propria personalità semplicemente per sentirsi utili, per servire una causa più grande o anche solo per stare bene con sè stessi e potersi guardare allo specchio la mattina?
Io non salvo vite ma dono il mio tempo per fare lezione di codice nelle scuole e durante gli eventi del CoderDojo. Lo faccio perchè mi diverte e mi fa sentire bene con me stesso. Nonostante questo, anche in una cosa piccola e banale come questa, qualcuno insinua che io ne tragga una qualche forma di beneficio.
In effetti hanno ragione. Ne traggo un enorme beneficio. La notte dopo un evento CoderDojo dormo come un angioletto. Gratis.