Finite queste lunghe vacanze natalizie.
Concludo con un meraviglioso colpo della strega che mi ha bloccato a letto tutto il giorno. Per qualche arcano motivo a cavallo delle festività incorro sempre in qualche guaio fisico che poi si trascina per qualche settimana.
A questo giro è toccato alla schiena. Se non altro non rischio di rimetterci un braccio. Evidentemente la pausa dal quotidiano è difficile da sostenere per il mio organismo.
Continuo a leggere di buoni propositi per l’anno nuovo e, sinceramente, ne sono grandemente infastidito.
Per me il 2020 sarà un anno come un altro. Si prosegue con le consuete sfide giornaliere, la logistica complessa, i pensieri, le paure ed un sacco di sogni.
Sì, perché a cinquantadue anni suonati ho molti più sogni di quanti non ne avessi da ragazzo. Sono tutti molto raggiungibili a differenza di quelli di allora. La sostanziale differenza è una maggiore consapevolezza unita ad un cinismo che aumenta giorno dopo giorno.
Forse cinismo non è la parola giusta. Forse sarebbe più corretto usare il termine realisimo. Consapevolezza del fatto che la maggior parte delle persone deluderanno le tue aspettative. Piena convinzione del fatto che la stupidità, la scarsa ragionevolezza, l’egoismo rispettano pienamente la seconda legge della termodinamica.
Una decisa mancanza di aspettative nei confronti degli altri.
Per il resto sarò quello di sempre. Più presente dal vero, meno presente virtualmente in una realtà che non mi rappresenta.
E adesso vado a mettere le mani su una delle mie chitarre che sono giorni che non suono. Schiena permettendo.