Basic Country Bread

Oggi Bubbles, il mio lievito madre ha dato il meglio di sè.

Complice una giornata uggiosa e la necessità di distrarmi un pò mi sono avventurato nella preparazione di un pane che richiede una preparazione piuttosto lunga.

La ricetta che ho utilizzato è quella del Basic Country Bread di Chad Robertson. Se non lo conoscete vi consiglio di informarvi e se vi piace panificare il suo libro Tartine Bread è una delle letture migliori che mi sento di consigliare.

Non solo è un libro che vi insegna a panificare ma vi racconta la storia di Chad che è veramente peculiare.

Oltretutto volevo provare anche un nuovo acquisto. Un dutch oven di Emil Henry che avevo ordinato qualche giorno fa.

Direi che oggi ho prodotto in casa il mio pane migliore di sempre. Idratazione ottimale, lievitazione perfetta, alveolatura da urlo e sapore senza pari. Mi dispiace solo essere in partenza per Roma e non poterlo mangiare nuovamente domani sera.

Anche il dutch oven si è comportato perfettamente e la cottura è risultata decisamente migliore della soluzione che adottavo in precedenza. Diciamo che sono stati dei quattrini ben spesi.

Sfornare un chilo di pane e portarlo in tavola alla tua famiglia ha sempre un sapore del tutto particolare.

La luce negli occhi

Ho speso il mio pomeriggio con un gruppo di bambini aiutandoli a creare il loro primo programma per computer.

Oggi c’erano otto bambini di età piuttosto diverse. I gruppi sono sempre piuttosto eterogenei e anche il livello di interesse varia moltissimo da bambino a bambino.

C’è quel bimbo che è naturalmente portato e che ti anticipa in ogni tua spiegazione. Ci sono quelli che sono spinti dai genitori ma che probabilmente avrebbero preferito una partita a calcio alla tastiera del computer. Ci sono i bravi esecutori che non si spingono avanti in autonomia ma che ti seguono passo passo sino alla fine delle tue spiegazioni.

In ogni gruppo ce ne è sempre uno particolare.

C’è quel bambino che quando vede il suo primo pezzo di codice funzionare e fare accadere qualcosa sul suo computer si illumina. Vedi sul suo volto un sorriso sincero e puoi leggere distintamente il suo stupore nell’essere riuscito a fare qualcosa tutto da solo. Essere riuscito a non subire passivamente una tecnologia ma averla fatta propria e piegata ai propri desideri.

Oggi era una bimba piccola di non più di sei sette anni. Nel momento in cui ha fatto eseguire il suo primo programma ha sorriso e ha abbracciato la mamma che le stava vicino.

Questo è il motivo per cui dedico il mio tempo a queste cose. Quel sorriso, quel bambino sono in grado di lasciarti addosso una gioia incontenibile e, allo stesso tempo, allontanare da te tutte le brutture che ti stai trascinando addosso.

Oggi avevo proprio bisogno di quel sorriso.

Sopratutto dopo avere saputo che se ne era spento un altro, per sempre.

Ora solare

Questa cosa dell’ora solare non mi piace affatto.

Nonostante l’ora legale sia una invenzione, io, personalmente la trovo una grande trovata.

L’arrivo dell’autunno, la discesa delle temperature e la mancanza di luce mi rendono molto poco disponibile verso il prossimo.

Non so se si nota, ma anche la quantità di parole che sono disposto a spendere diminuisce sensibilmente.

Nonostante questo più tardi si va in sala prove a fare un pochino di rumore.

E’ già domani

Ci sono dei giorni che ti travolgono con la loro intensità.

Ti svegli la mattina e dopo avere dato una occhiata alla tua agenda ti figuri che tutto sommato potrebbe essere una giornata tranquilla. Un workshop con un cliente, qualche chiamata di routine, una conference call di allineamento con il team.

La giornata prende invece una piega diversa. Ti ritrovi a moderare un workshop che non immaginavi essere così complesso sebbene denso di contenuti. Il telefono non smette di squillare e la tua casella di posta elettronica si riempi di messaggi cui, prima o poi, dovrai rispondere.

Arrivi alla fine della giornata con la netta sensazione di avere fatto un sacco di cose ma con un retrogusto amaro di anticipazione. Nessuna di queste cose ha chiuso nulla di serio. Sono tutte attività che conducono da qualche parte ma la meta è ancora lontana.

Come diceva un mio collega anni fa: è già domani.

Per fortuna a casa ti fai un ripasso sulla Comunità Europea con il decenne e trovi scritto che l’Unione Europea ha 28 stati membri e ti chiedi per quanto durerà. Ma questo te lo tieni per te.

Il rumore del terremoto

Nonostante ci trovassimo a circa cento chilometri dall’epicentro della scossa dei giorni scossi ci sono tante cose che mi hanno colpito profondamente.

La prima è la forza potente che si sprigiona durante uno di questi eventi. Ho visto una casa possente tremare come se fosse una foglia. Intonaco spesso una decina di centimetri che si sbriciolava come se fosse neve e armadi di legno massiccio spostati come se fossero stati costruiti di carta velina.

Anche il rumore ti colpisce. E’ un rombo possente e difficilissimo da descrivere. Non avevo mai udito nulla di simile in vita mia. Forte e crescente per poi scomparire quasi istantaneamente.

La continuità degli eventi è un altro elemento importante. La forte scossa non è sola. Si trascina una infinità di altri eventi che si susseguono incessantemente sebbene di minore intensità. Non riesci ad abituarti. Credo che sia impossibile farlo.

Per me è stata una grande paura ma non un evento catastrofico. Nonostante questo continui a dormire con un occhio aperto. Ogni piccolo rumore ti fa sobbalzare dal letto. Ogni tremore ti riporta alla scossa originale e sei sempre pronto a preciparti in un posto sicuro, ammesso che ce ne siano.

Siamo tornati a casa in quella pianura Padana nebbiosa ed un pochino triste ma, se non altro, decisamente meno a rischio sismico. Nonostante questo continuo a pensare a quelle persone che sono là e che continueranno a dormire con un occhio aperto non potendo fuggire da casa loro.

Prenotalo

Sono un fedele utente del Kindle e, di conseguenza, dello store di Amazon. Oramai sono veramente pochi i libri che compro in formato cartaceo.

Per questo motivo passo molto tempo a visitare lo store di Amazon per verificare cosa c’è di nuovo che potrebbe interessarmi.

Come ho scritto in passato il romanzo giallo è quello che mi attrae di più in questi ultimi anni.

Come tutti ho i miei autori preferiti come Gianrico Carofiglio, Loriano Machiavelli o Antonio Manzini tanto per citarne alcuni.

Dei loro scritti mi piace il fatto che mi bastano poche righe per ritrovarmi in un ambiente familiare che mi è piaciuto in passato.

Per questo mi fa molto piacere vedere che c’è un loro nuovo titolo in vendita. Mi prefigura il piacere di immergermi nuovamente in una lettura piacevole ed il momento si carica di aspettativa.

Aspettativa che viene grandemente delusa quando cliccando sul titolo che ti interessa vedi apparire il bottone “prenota” al posto di quello “acquista”.

Delusione totale.

Terremoto

Sono le sette e quaranta del mattino. In realtà sono le otto e quaranta ma questa notte è scatta l’ora solare.

Sono ancora in uno stato dì dormiveglia ma sento che i bambini e mia moglie si stanno già preparando per la colazione.

Siamo in vacanza a Treia, nelle Marche. Ci veniamo ogni anno in questo periodo. Come sempre siamo scesi in un agriturismo in campagna. Quella casa di pietra con centinaia di anni di storia ci ha sempre infuso grande sicurezza e la pace della campagna grande tranquillità.

Non ho ancora voglia di alzarmi. Il tepore delle coperte mi trattiene.

I mobili della stanza cominciano a tremare, la testiera del letto sbatte contro il muro.

In un primo momento lentamente e poi sempre più forte, più forte, più forte.

Il terremoto. Non quello di cui sento parlare alla televisione o di cui leggi sui giornali. Il terremoto, quello vero. Quello che sta capitando a te ed alla tua famiglia.

Balzo giù dal letto con una lucidità che mai mi sarei aspettato in momenti come questo.

Tutto si muove, tutto oscilla. Il lampadario della stanza sbatte contro le grandi travi del soffitto.

In stanza cadono i primi calcinacci.

Spingo tutti fuori dalla stanza e li faccio stare sotto una possente architrave. 

Cadono altri calcinacci. La polvere di gesso dell’intonaco ci entra negli occhi.

Continua, continua, continua.

Tutto trema ed io mi auguro che chi ha costruito questa casa sia stato uno che sapeva il fatto suo.

Siamo al primo piano. La scala è troppo lontana e tutto si sta ancora muovendo.

Guardo i bambini che si sono affidati completamente a noi e che sono avvinghiati ad Elisa. 

Dura quella che mi è sembrata essere una eternità. Non finiva mai.

Non appena il tremore della terra si placa scendiamo ed usciamo all’aperto. È una calda mattina di Ottobre.

Guardo l’esterno della casa e vedo i danni sull’intonaci ma tutto il resto sembra non avere riportato gravi danni.

Da quando è successo la terra continua a tremare. Anche ora mentre sto scrivendo ho sentito un’altra scossa. Perfettamente percettibile.

È qualcosa che ti rimane dentro e che fa rimanere sempre all’erta.

Scoprirò più tardi che l’epicentro era a cento chilometri da qui. Molto, troppo vicino.

Le serie TV

Non sono un fanatico di serie televisive ma ciò non toglie che mi appassiono grandemente ad alcune di esse.

Le ultime serie che ho visto per intero sono Sense8, Stranger Things e Glitch.

Ho un grandissimo rispetto per gli sceneggiatori di queste serie. Sono in grado di tenerti incollato allo schermo creando un mistero dietro l’altro senza soluzione di continuità.

Il loro lavoro non è solo mestiere. Ci vuole un altissima dose di creatività per produrre queste cose.

Con l’avvento di Netflix, Sky Go e affini hai inoltre la possibilità di farti delle discrete maratone.

E le maratone le fai perché vuoi delle risposte a tutti i quesiti che emergono dalla trama.

Peccato che tu arrivi alla fine delle serie con più domande che risposte.

Capisco che esista la necessità di trattenere lo spettatore di fronte allo schermo una stagione dopo l’altra ma mi piacerebbe che non lo si lasciasse completamente a secco di risposte.

Per questa ragione termini ogni stagione con un misto di amore ed odio. Amore perché sei stato coinvolto in un racconto che desideri possa continuare. Odio perché non ci hai capito una mazza.

Se qualcuno ha capito perché i personaggi di Glitch sono resuscitati sarebbe così cortese da farmelo sapere? Giuro, vi perdono lo spoiler.

Generatore automatico di cospirazioni

Ricordo che una decina di anni fa rimasi particolarmente colpito da un articolo di giornale in cui si parlava di cospirazioni, massoneria, cabala e affini nel tentativo di affermare che, volendo, qualsiasi cosa potesse essere ricondotta a qualsiasi altra.

Nel caso specifico ricordo che si prendeva come esempio le misure di una edicola. Si quelle vecchie edicole di metallo verde, generalmente ottagonali e spesso con un orologio sulla cima. A Roma capita di vederne ancora qualcuno di questo genere.

Ecco l’articolo ne analizzava le misure, i fregi e la fattura identificando strette correlazioni con sette massoniche, rapporti aurei che celavano segreti sulla natura dell’universo, orientamento e posizione che la legavano a situazioni astrali particolari.

L’articolo dimostrava quindi che si poteva correlare qualsiasi cosa avendo a disposizione dati ed informazioni.

Ripensando a quanto circola oggi sul Web mi sono detto che non sarebbe affatto difficile creare un generatore automatico di cospirazioni. Un sistema che dato un oggetto, od una situazione, di cui si hanno a disposizione sufficienti informazioni sia in grado di valutare correlazioni con le più diffuse teorie complottiste.

Potrebbe dimostrare che la scultura di Cattelan in Piazza Affari a Milano è frutto di una macchinazione del New World Order o che il progetto del ponte sullo stretto è in realtà una opera massonica e che riporta chiari segni distintivi di segnali massonici. Potremmo anche scoprire che l’edificio a forma di piramide a Milano in Porta Volta serve per catalizzare gli effetti delle scie chimiche.

In un certo qual modo mi ricorda quelle grammatiche generative che avevano tanto successo qualche anno addietro.

Il Dark Web de noantri

Molto spesso i giornali parlano del Dark Web come di quel luogo di perdizione generalmente inaccesibile se non attraverso l’uso di particolari applicazioni.

Grazie ad una segnalazioni di Wolly vedo un post terrificante in cui una megera augura una morte dolorosa e precoce ad un bimbetto che sta addentando una bistecca tenendola con le mani. Ovviamente la megera appartiene alle fila dei nazi vegani. Il luogo in cui questa cosa viene pubblicata è Facebook.

Ovviamente la cosa diviente istantaneamente virale e nel giro di poche ore si contano più di duemila commenti che nella maggior parte dei casi augurano alla megera le peggio cose.

Il peggio della rete non è inaccessibile. E’ giusto dietro la porta, nei polpastrelli della megera e dei suoi commentatori più volgari. Basta poco per trovarselo davanti e non è mai una bella sorpresa.

Non si può che terminare con il solito refrain: tutte queste persone hanno diritto di voto.

Non funziona

Oggi ho perso più di due ore a configurare un account di posta elettronica IMAP su Outlook. Alla fine ho scoperto che Google sembra considerare Outlook una applicazione non sicura, e magari ha anche ragione.

Bisogna ammettere che non sono più il sistemista di una volta. Credo che oramai mi sarebbe impossibile trovare un lavoro di quel tipo.

E dire che un tempo, più o meno una venticinquina di anni fare, ero anche bravino.

“Evidenzia”

Sono un avido lettore. In realtà non lo sono sempre stato ma lo sono diventato dopo i turbolenti anni del liceo.

Sono decenni che non mi è possibile prendere sonno se non ho letto almeno una cinquantina di pagine.

Una cosa che ho sempre fatto è stata quella di sottolineare con un tratto leggero di matita questi passaggi che per me significavano qualcosa. Dopo avere sottolineato riportavo nella seconda di copertina il numero di pagina contenente il brano che avevo sottolineato. Alla fine della lettura del libro copiavo tutte le mie sottolineature in un taccuina che conservo ancora.

Ora c’è il Kindle di cui sono grandissimo fan. Anche sul Kindle puoi sottolineare dei passaggi per poi rivederli quando vuoi.

Ci sono due cose che mi colpiscono di questa abitudine.

Con il Kindle è possibile vedere che cosa gli altri lettori hanno evidenziato prima di te. Mi stupisco sempre nel ritrovarmi a sottolineare passaggi che altri non hanno mai evidenziato oppure a stupirmi del perchè decine di persone hanno evidenziato un passaggio che a me non dice nulla di particolare o che debba essere ricordato.

L’altro effetto particolare, che rientra anche nel caso della sottolineatura analogica, è che quando mi capita di rileggere quanto ho evidenziato spesso mi domando per quale motivo lo abbia fatto.

La spiegazione è che ogni libro capita in un momento particolare della tua vita. Un momento fatto di umori, sensazioni, problemi, felicità e questo mix di elementi ti fa risuonare passaggi diversi a seconda della specificità dell’istante in cui stai leggendo.

 

Papà, mi hanno spoilerato

Questa sera ho deciso di portarmi Lorenzo a fare quattro passi insieme. Occasione per fare quattro chiacchiere al di fuori delle mura domestiche.

Durante la nostra passeggiata mi ha confessato che uno dei suoi youtuber preferiti lo ha molto deluso.

Pare che in uno dei suoi video lo youtuber abbia rivelato uno dei segreti fondamentali di un videogame che Lorenzo ama moltissimo.

Di fatto mi ha detto: “Papà, mi hanno spoilerato.”

Ho chiesto che cosa significasse spoilerare e con piena consapevolezza mi ha risposto: “Rivelare in anticipo una parte importante di un videogioco, di un film o di un libro.”

Gli ho chiesto che cosa ne pensasse e mi ha detto che in questo modo gli hanno tolto parte del piacere di scoprirlo da solo, sebbene con difficoltà.

E anche questa la abbiamo registrata.

Il mondo che non vediamo

La conduzione della nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, i nostri interessi e la nostra formazione scolastica tendono a darci una visione del mondo piuttosto ristretta.

Ebbi la prima grande evidenza di questo fatto durante il servizio militare. Un anno speso alla caserma Camandone di Diano Marina. Fresco fresco di università avevo sempre pensato che il mondo fosse fatto di quello. Studenti, studenti e ancora studenti ora prossimi alla ricerca del primo lavoro.

Fortuna volle che la caserma fosse una caserma CAR, ovvero Centro Addestramento Reclute. Ogni mese vedevamo passare circa mille persone che iniziavano il loro servizio militare.

Allora mi resi conto in maniera piuttosto brutale che ero un privilegiato. Una delle attività che facevamo era censire i militari in ingresso e fare girare un pò di statistiche sul titolo di studio, residenza, eccetera eccetera.

Alle porte degli anni 90 mi resi conto che c’era ancora un 3/4% di analfabeti totali, un buon 70% di persone con solo la licenza media e via via a salire fino allo stesso 3/4% di laureati. Ricordo di persone che avevano preso il treno per la prima volta per venire in caserma.

Fu un discreto shock.

Tutti tendiamo a vivere nel mondo che ci siamo costruiti e molto raramente ci capita di mettere il naso fuori.

I social networks fanno più o meno la stessa cosa. I loro algoritmi ci presentano per la maggior parte informazioni che rientrano nella nostra sfera di interessi e molto raramente esulano da questa.

Ogni tanto mi capita di vedere qualcosa di totalmente distante dai miei interessi e comincio ad esplorare un mondo che non mi appartiene.

Come tutti i mondi essi sono popolati da persone e, come sappiamo, le persone possono essere più o meno intelligenti e le loro intenzioni più o meno buone.

Vi assicuro che là fuori ci sono dei mondi pazzeschi sia per assurdità che per piacevolezza.

Puoi trovare assurde teorie complottiste con centinaia di migliaia di seguaci che si danno manforte nel sostenerle. Ci sono appassionati collezionisti di tappi di bottiglie di birra che creano comunità vive ed attive. Ci sono gruppi di persone che parlano di poesia e di arte. Ci sono rappresentanti di religioni improbabili che cercano adepti usando Internet come messaggero, novello angelo Gabriele.

In alcune occasioni mi è capitato di trovare cose terribili.

Spesso mi lascio trasportare dalla serendipità e perdo qualche ora viaggiando in un mondo sconosciuto.

Altre volte smetto quasi istantaneamente pensando che ad alcune persone andrebbe tolto istantaneamente il diritto di voto e di cittadinanza.

La conclusione è che il mondo è sempre più grande di quanto la nostra mente sia in grado di immaginare e mi ritrovo spesso a pensare che non c’è abbastanza tempo per visitarlo tutto.

 

 

Parole Sparse - Il podcast di Corrente Debole

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