Il pane

Dopo lungo tempo mi sono rimesso a panificare usando il lievito madre. Sono passati diversi mesi dall’ultima volta che avevo fatto il pane in case.

Fare il pane in casa, sopratutto con il lievito madre, ha un che di primitivo e primordiale. Credo che il pane possa e debba essere anche interpretato in termini antropologici. E’ domenica sera e questo mi sembra davvero troppo.

Mi piace molto il fatto che il pane sia allo stesso tempo cibo e segno.

Non per nulla si usa dire “portare a casa la pagnotta” per dire che si è lavorato in maniera efficace.

Panificare non è difficile, ma è comunque un arte.

E’ un arte che richiede manualità e malizia. Manualità e malizia che io ho perso quasi del tutto in questi mesi. Mi sono perso nel processo di lievitazione, ho sbagliato la misura di un paio di parti e ho commesso diversi altri errori prima di infornare la pagnotta.

Anche il forno deve essere gestito. Domani vado in ufficio con tre o quattro bruciatore che mi sono procurato non stando abbastanza attento a come maneggiavo il forno ed il dutch oven.

Sono tornato un principiante.

Nonostante questo il rumore che fa il pane quando lo tiri fuori dal forno e comincia a raffreddare è una grande soddisfazione.

Il sapore è un’altra cosa rispetto a quello che si compra dal panettiere.

Sopratutto perchè lo ho fatto io.

Confesso. Oggi per la prima volta ho rischiato di saltare il mio appuntamento con Corrente Debole. Non è successo e continuo con la mia serie positiva.

La pioggia

Ho trascorso la giornata di ieri a Milano visitando tre clienti muovendomi in città con la pioggia.

Quelle giornate di pioggia che solo Milano riesce a regalarti. Un cielo plumbeo e la luce bassa che sembra assorbire la luce e sottrarre alla città ogni barlume di bellezza.

Quando piove Milano è strana.

Sembra che la pioggia abbia una influenza sulle capacità intellettive delle persone, me incluso.

Questo influsso è particolarmente evidente in coloro che si mettono alla guida.

Il traffico impazzisce. Tutto rallenta all’inverosimile e la tenuta dei nervi dei guidatori si assottiglia drasticamente.

Quando ci sono queste giornate io mi affido ad un taxi per evitare di spendere con troppo anticipo il mio buono per un trapianto di fegato.

Non sono in grado di dare una spiegazione razionale riguardo al motivo per cui la pioggia ha questo genere di effetto.

Potrebbe essere perché il numero di auto in circolazione aumenta rispetto alle giornate di sole.

Un’altra ipotesi potrebbe essere che la pioggia sui vetri delle macchine riduce la visibilità e quindi tutti sono, o si sentono, meno sicuri nella conduzione del veicolo.

Si potrebbe dare anche un effettivo influsso dell’acqua sulle capacità intellettive delle persone. Si dovrebbe studiare questo effetto e magari scopriremmo una stretta correlazione con le scie chimiche.

Io, comunque, non mi faccio fregare. Se piove, io non guido.

Il cane a passeggio

Il posto in cui vivo è molto ricco di verde e questo fu proprio uno dei motivi per cui decidemmo di trasferirci qui dal centro di Milano.

Forse a causa della quantità di giardini a disposizione il numero di famiglie con un cane in casa è elevatissimo. Noi, nonostante le pressioni, non siamo tra queste, almeno per il momento.

Spesso la sera mi capita di fare una passeggiata in alcune di queste aree verdi ed è inevitabile incrociare i padroni che portano a passeggio il loro cane.

Tra i proprietari si distinguono ad occhio due grandi categorie e classificazioni.

Coloro che hanno una cane per libera scelta e coloro che hanno un cane per scelta di qualcun’altro.

I primi hanno un vero e proprio rapporto con il loro animale. Si muovono in perfetta sincronia ed armonia nel loro passeggio. Sono felici di passare del tempo insieme e spesso li senti quasi conversare tra loro. Di frequente si fermano nelle aree dedicate agli amici a quattro zampe e lasciano che il loro animale corra felice sino a ritenersi soddisfatto.

Nonostante le normative vigenti tutti questi animali sono generalmente sollevati dall’obbligo del guinzaglio.

In questa categoria possono essere identificate delle sottospecie, anche se non mi dilungherei troppo a descriverle. C’è il genitore mancato per cui il cane è un evidente succedaneo di un figlio e che viene trattato come tale. C’è il single che riversa tutto il suo amore, platonico si intende, sul suo compagno canino. Ci sono coloro che hanno invece un rapporto che potrei definire sano ed equilibrato e che semplicemente si godono il piacere di un animale domestico dalla spiccata intelligenza e dalla scarsa invasività.

C’è poi l’altra categoria.

Quelli che hanno ceduto ai desideri dei figli, moglie, marito, fidanzata o fidanzato. Quelli che se fossero soli non avrebbero mai pensato di mettersi in casa un animale peloso e desideroso di cure ed attenzioni.

Questi li riconosci davvero subito da alcuni tratti caratteristici.

Molto raramente il cane riesce a sciogliersi dal suo guinzaglio. Guinzaglio che molto spesso è sempre teso nel tentativo di farli muovere.

Il guinzaglio è sempre teso perchè l’uscita con il cane deve durare solo il tempo strettamente necessario a fargli espletare le sue funzioni naturali. Null’altro.

In genere il cane di queste persone non è mai al fianco del padrone ma, generalmente, due o tre metri indietro e fermamente deciso ad esplorare ogni millimetro quadrato del terreno circostante piuttosto che stare al passo. Per questa ragione non è raro ascoltare litanie di bestemmie e parolacce che lèvati.

Tutte queste persone non si curano del loro cane e sono perennemente in adorazione dello schermo brillante del loro cellulare. Sospetto che il cane possa anche assolvere una sua funzione nel caso di relazioni extra coniugali. Il tempo che si spende facendo passeggiare il cane può essere dedicato a corrispondenze di amorosi sensi senza destare sospetti che invece nascerebbe se ci si chiudesse in bagno a doppia mandata. In questo ultimo caso immagino che anche un tornado forza 4 o una tempesta di neve non basterebbe a fermare la periodica passeggiata della massa di pelo.

Nessuno di loro frequenta l’area cani. Il tema principale è quello di fare in modo che la passeggiata duri il meno possibile per potere tornare a spiaggiarsi sul divano. Questo non è vero per i fedifraghi di cui sopra. In questo caso il cane è sempre affetto da colite che richiede passeggiate della lunghezza pari a quella di mezza maratona.

Infine, i passeggiatori per forza, raramente sorridono.

Io avuto diversi cani quando vivevo con i miei genitori ed occuparmene mi ha sempre fatto rientrare nella prima tipologia di persone.

 

 

Scammers (trollati)

Sono una brutta persona…

Oggi ho dedicato la mia pausa pranzo ad uno scammer che mi ha fatto intravedere la possibilità di guadagnare una enorme somma di denaro grazie solo alla mia omonimia con un’altra persona.

Usando la ricerca immagini di Google avevo capito dopo due secondi che genere di conversazione sarebbe seguita e, alla bisogna, ho creato anche un indirizzo di posta elettronica temporaneo, ma credibile, su Guerrilla Mail.

Questa la trascrizione della mia conversazione (sino a che non mi sono stufato).

Charles Morgan
Hello Alessadro
Alessandro Galetto
Hello Charles
Charles Morgan
How are you doing today?
Alessandro Galetto
I am doing great, thank you
Charles Morgan
You are welcome..
Alessandro Galetto
how can I help you?
Charles Morgan
I actually contacted you because of a very important proposal that have to do with your last name, by the time you see the details of the proposal it will be of great interest and benefit to you..
Alessandro Galetto
I am listening
Charles Morgan
You have to send me your email so that i can forward the details of the proposal to you..
Alessandro Galetto
can you give me your email address?
or you can write me at alexg@grr.la
still there?
Charles Morgan
Yeah..
Just give me some few seconds so that i can forward it to you…
Alessandro Galetto
thank you
Charles Morgan
Ok
Alessandro Galetto
It must be a long message…
Charles? Are you still with me?
I think I am gonna loose this opportunity
Charles Morgan
I have forward it to you just check and get back to me..
Alessandro Galetto
Yeah, I know editing always takes some time
Got it!
it sounds like an incredible opportunity
Charles Morgan
Get back to me when you finish reading the proposal..
Alessandro Galetto
I can read quite fast, and it looks interesting to me
Charles Morgan
I can see you have interest in the proposal so i wanna assure you that this is a very secure transaction so you have nothing to be scared about hope you saw my content of assurance in the proposal..
Alessandro Galetto
I am not scared at all, Charles. Just eager to know what I have to do to pocket that money with you
Charles Morgan
The money is not with me, but you just told me that you have read the proposal but i can still see some misunderstanding from you base on the proposal..
Alessandro Galetto
yes, I understand that. I was just referring to the fact that we will take a cut of that money when the deal will be closed
Sometimes my English is not that good
Charles Morgan
Then to start with is for you to send your address, telephone number, and id card..
Alessandro Galetto
Sure, no problem.
Can I ask you about one detail?
Charles Morgan
This are important things that will be needed for verification..
Alessandro Galetto
I am sure it needed to keep the operation undercover, but I would like to have a confirmation
Charles Morgan
What confirmation do you need..
Alessandro Galetto
You name here is Charles Morgan, but the e-mail address states Morris Donard, even if it is signed as Charles Morgan
why there is this difference?
Charles Morgan
That is because i ask my secretary to forward the details to you i was doing something else so he probably used his email to send it either..
Alessandro Galetto
that makes sense
I am also a little bit worried that Facebook may read this conversation
can we stop using the word money and use another word instead? You decide
it would make me feel more comfortable
I would like the same with other things such as documents and other stuff
this is quite sensitive material, specially if you live in Italy
Charles Morgan
Then if that is gonna be a problem you have to send me your skype, yahoo messenger or gmail for convenient conversation..
Alessandro Galetto
I think that those can be intercepted as well.. I would like to stop using those words before moving on
Charles Morgan
We are not also allowed to use social media here in camp for security reasons so i’m not also convenient here on face book..
Accepted..
Let us be adopt the word transaction..
That will be ok by me..
Alessandro Galetto
what do you suggest to use as synonyms?
Charles Morgan
What do you suggest?..
Hello, are you there?
Alessandro Galetto
ok let’s call the money candies, the bank shop, my last name the client name, and let’s use paper wrap for the documents
Charles Morgan
That is accepted by me..
Alessandro Galetto
cool
but now let me move from my desk, I don’t want my colleagues to sneak peak what I am writing
Charles Morgan
Ok but before you go, you have to send me those items i requested for ok
Alessandro Galetto
Sure. I need to go to the restrooms. The only place where I can get some privacy
I am walking
Charles Morgan
Ok.
Alessandro Galetto
OK, I am there.. lucky me there is WiFi in here!
So to summarise
We have some candies that we can spare in a shop. In order to have those candies you need a client named with same name of the owner of the candies. To prove that you need me to send you paper wrap.
Correct?
Charles?
Charles Morgan
Correct..
Alessandro Galetto
Cool
I am sending the paper wrap right away at the e-mail address your secretary wrote me from
I guess a scan will make it
Charles Morgan
Send it to this email..dr.charles.morgan.800@gmail.com
Alessandro Galetto
got it!
Charles Morgan
Correct..
Alessandro Galetto
Now I am eager to know what will happen after you will have received the paper wrap
hold on… someone is entering the restroom
Charles Morgan
Ok..
Alessandro Galetto
ok, he’s gone
so, what will happen next?
Charles Morgan
I will send your application to the UNDP as a credible member of my late clint’s family Mr. William Galetto, and also file for claim od the candies as the beneficiary of the candies, after which the UNDP will have to contact you.. you don’t have to worry because i will give you the necessary guild to whatever they will request from you..
Alessandro Galetto
I can’t wait to move to the next steps and have those candies at home
Charles Morgan
Ok.
Alessandro Galetto
Cool
I can’t stay in the restroom all day long
I need to go back to my desk
I’ll send you the paper wrap and when you will have received it we will talk again
Sounds like a plan?
Charles Morgan
Ok
Alessandro Galetto
Great
Charles, thank you very much for the idea of the candies.
Talk to you later
Charles Morgan
Talk to you later..

Usabilità e parcheggi

Sono alto centoottancinque centimetri. Certamente non posso giocare come pivot nella nazionale di basket Italiana e secondo le mie ricerche sono più o meno nell’ottancinquesimo percentile in Italia.

In Italia la statura media è di 174 cm per gli uomini e di 162 cm per le donne.

Come mi accade spesso oggi ho lasciato la mia macchina in un parcheggio per raggiungere la sede di un cliente.

Al mio rientro mi sono trovato costretto ad utilizzare la cassa automatica del parcheggio per pagare il mio obolo ed essere autorizzato ad abbandonare legalmente il parcheggio.

In genere in quel parcheggio pago sempre qualcosa compreso tra i 12 ed i 16 Euro in funzione del tempo di permanenza.

Oggi purtroppo non avevo nè banconote nè moneta che mi permettessero di pagare i 12 euro necessari.

Ho dovuto usare la carta di credito.

Dato che in un triste passato ho lavorato per una azienda che si occupava di design industriale so benissimo che quelle macchine sono progettate tenendo conto di alcuni standard e valori per determinare il posizionamento dei vari elementi.

Credo che nessuno abbia mai considerato seriamente l’usabilità di questi oggetti.

In particolare mi stupisce che:

  • Ci sono almeno quattro orifizi nei quali puoi introdurre ed estrarre cose come monete, biglietti, resto, ricevute.
  • Questi orifizi sono posizionati in modo assolutamente casuale su tutta la superficie disponibile della macchina senza alcun tipo di razionale.
  • Il lettore di carte di credito non si interfaccia con il display principale della macchina ma utilizza un display secondario che è posizionato ad una altezza accessibile solo ed esclusivamente ad un pigmeo dell’Africa equatoriale.
  • I tuoi occhi devono saltare continuamente da un display all’altro nel tentivo di interpretare che cosa stia succedendo durante il processo di pagamento.
  • La macchina accetta banconote da 20 Euro ma ti restituisce come resto monete da 50 centesimi. Quando lo fai e la macchina ti restituisce il resto sembra che tu abbia vinto il jackpot di una slot machine di Las Vegas.
  • La macchina restituisce il risultato delle sue elaborazioni in modo assolutamente casuale da uno degli orifizi di cui sopra. Puoi ritirare il biglietto del parcheggio da un orifizio e la ricevuta del parcheggio da un altro.
  • Nella stampa della ricevuta ti vengono dati due foglietti perchè i dati contenuti, molti dei quali del tutto inutili, non stanno su un solo foglietto per una sola riga con conseguente aumento dei costi gestione che, immagino, pago io.
  • Solo il display secondario ti avverte che devi ritirare la tua carta di credito e non il display principale. Peccato che la mia attenzione cognitiva sia focalizzata sul display principale nel tentativo di capire che cosa cavolo stia facendo la macchina infernale.

Insomma, non è difficile. Perchè questi casini me li devo gestire io quanto tu avresti potuto risolverli una volta per tutte in fase di progettazione?

Oltretutto quelle macchine sono frigoriferi e di spazio per fare una cosa ben fatta ce ne è in abbondanza.

 

Uber e il tempismo

Quando si parla di comunicazione, sebbene io non sia un esperto assoluto del settore, credo che il tempismo giochi un ruolo fondamentale.

Se sei una compagnia aerea che offre voli low cost, pubblicare un annuncio pubblicitario sui quotidiani il giorno successivo ad un disastro aereo non è una idea brillante. Questo al di là di qualsiasi media planning tu abbia costruito mesi prima.

Qualsiasi piano è fatto per essere cambiato.

Nei giorni scorsi è apparsa sui media l’agitazione organizzata dalle persone che si occupano delle consegne per la startup Foodora. Giusto per darvi una idea ecco un link ad uno dei tanti articoli: Testa bassa e pedalare? No, i lavoratori di Foodora meritano rispetto.

Personalmente ritengo che la protesta abbia il suo fondamento ma non è questo il tema centrale.

Oggi Uber pubblica su Facebook un messaggio pubblicitario teso alla ricerca di persone che abbiano voglia di consegnare merce per loro utilizzando la loro bicicletta od il loro motorino. Tutto questo dietro compenso, ovviamente.

Il messaggio pubblicitario punta a questa pagina: Fai consegne con Uber. Guadagna seguendo i tuoi tempi.

Ovviamente non hanno, per ora, raccolto grandi entusiasmi nei commenti.

Diciamo che il timing non era proprio perfetto.

Best luck next time.

 

 

Razzista!

Nel novero degli insulti che mi è capitato di ricevere, alcuni meritati, altri meno, quello di razzista ancora mancava all’appello.

Grazie a tre gradi e mezzo di separazione gentilmente offerti da Facebook ora posso riempire anche questa casella nel mio cursus honorum.

Prima che vi racconti del fatto vale la pena ricordare che da qualche tempo ho disabilitato qualsiasi tipo di notifica sul mio pc e sui miei telefoni. Sono veramente poche le persone che sono in grado di fare emettere suoni molesti ai miei apparecchi elettronici.

Se mi permettete una piccola divagazione ve lo consiglio. Fatelo e vivrete una vita, sia fisica che digitale, più serena, tranquilla e rilassata.

Tra le notifiche che ho disabilitato c’è anche Facebook Messenger. Per questa ragione è già difficile per i miei collegamenti farmi leggere un loro messaggio istantaneo, figuriamo per coloro che non appartengono alla mia cerchia di amicizie.

Facebook Messenger relega i messagi di coloro che non sono tuoi collegamenti in un’area nascostissima che sul telefono si chiama “Richieste di messaggio”. Io la ho trovata per caso giusto perchè stavo giocherellando con le impostazioni della applicazione.

Ecco tra questi messaggi ci sono spesso delle perle.

Una di queste era la seguente

ciao di Algeri,
voilà, tu e io mando diversi messaggi e mi avete dato nessun pronti contro termine, il è ciò che ogni rassistes italiani sono a questo punto

Va precisato, a scanso di equivoci, che io generalmente non do pronti contro termine a nessuno, in particolare sconosciuti.

Ecco, senza saperlo sono diventato razzista semplicemente disattivando le notifiche di una applicazione. Mark, perchè non me lo hai detto?

Ma, citando Guzzanti, “Algerì, ma io e te che c…o se dovemo dì?”

Il cinema a luci rosse

In fondo a via Giambellino a Milano, più o meno all’altezza del numero 155, c’è un cinema a luci rosse.

Il nome è piuttosto evocativo. Si chiama Pussycat.

Sono tantissimi anni che lo vedo passandoci davanti. Rispetto a dove abito via Giambellino è una delle strade di ingresso in Milano che mi tornano più comode.

Osservandolo dall’esterno è decisamente malmesso. Le vetrine, per ovvie ragioni oscurate, sono sporche e rotte in alcuni punti. Rappezzate da nastro adesivo dove possibile. L’insegna è fatiscente e molto spesso qualche lettera al neon non si illumina. Di questo ti rendi conto solo quando ci passi di sera.

Dell’interno non si scorge nulla. Nessun avventore staziona nei paraggi e non mi è mai capitato di vedere qualcuno entrare od uscire. Nemmeno una maschera non in grado di resistere alla tentazione di una sigaretta.

Certo la vita di un cinema a luci rosse nel 2016 non deve essere facile. L’offerta su internet di merce simile deve essere travolgente rispetto al passato.

Eppure, incessantemente e costantemente, il cinema Pussycat rimane aperto. Nonostante tutto.

Io cerco di immaginarmi il proprietario. Me lo vedo come un tipo tragressivo che intorno agli anni 80 decide di aprire questa impresa complicata per l’epoca. Lo osservo mentre cavalca il momento d’oro dei suoi affari, ammesso che mai ci sia stato. Me lo aspetto invecchiare dietro al banco dal quale stacca i biglietti per gli spettacoli e lo immagino ora, invecchiato, a resistere nonostante tutto.

Quasi una figura romantica, sicuramente fuori tempo ma che, nonostante tutto, continua a riuscire a sbarcare il lunario o, semplicemente, a resistere alla constatazione di essere fuori dal tempo.

Un giorno o l’altro vorrei provare a varcare quella soglia oramai invecchiata e conoscerlo.

L’innovazione

Chi mi conosce personalmente sa benissimo che la parola innovazione mi fa venire l’orticaria al solo sentirla.

Questo è particolarmente vero se essa è contestualizzata.

Se è vero che è necessario ripensare a modelli organizzativi, modelli di business, reazione con il cliente è altrettanto vero che tutte queste iniziative si devono calare in una visione organica della propria evoluzione aziendale e, perché no, personale.

Io ritengo che l’innovazione vada misurata in termini relativi e non assoluti.

Vi faccio un esempio”agricolo” come diceva la mia professoressa di analisi all’università.

Se la tua azienda non si è mai occupata di analizzare il customer journey dei tuoi clienti cercando di capire dove questi si incastrano nella navigazione della tua complessità è inutile che tu faccia partite un progetto per la realizzazione di un BOT per l’esistenza on-line.

Nella migliore delle ipotesi butti i tuoi quattrini dalla finestra. Nella peggiore continui a torturare i tuoi clienti con un’altra cosa di cui non hanno, ancora, bisogno.

Non esiste quindi una innovazione assoluta ma solo un delta di innovazione che è relativo rispetto al tuo status quo.

Per questo il primo passo è cercare di comprendere lo status quo e solo dopo lanciare un programma di innovazione.

Se poi si riuscisse a non chiamarlo programma di innovazione sarebbe meglio anche se, in fondo, è solo una etichetta.

Come sappiamo con le etichette non si pagano gli stipendi.

La mensa scolastica

Io ho due bambini che frequentano la scuola elementare. In realtà ora si chiama scuola primaria, giusto per confondermi le idee.

L’orario scolastico si estende dalle 8.30 alle 16.30 e per questo motivo i bambini mangiano a scuola. Mangiare a scuola implica il fatto che tu debba pagare per il loro pranzo. La gestione del pranzo viene appaltata ad una società esterna, nel nostro caso Gemeaz.

Per controllare le presenze dei bambini e la relativa erogazione dei pasti si viene indirizzati su un portale dedicato. Sempre attraverso il portale è possibile utilizzare la carta di credito per pagare il servizio di refezione.

Il portale in oggetto è questo: http://server4.acmeitalia.it/utenza/buccinascoweb/login.asp?vcmn=11

A parte il fatto che non vedevo qualcosa di questo genere più o meno dal 2000 il vero problema si scopre solo accedendo ai servizi.

L’usabilità del portale è pari alla manovrabilità di un dirigibile sgonfio. Lasciamo stare. Tutto sommato non tutti fanno il nostro lavoro. Non si può pretendere che siano geni di usabilità, di interaction design e visual design. Lo posso sopportare.

Quello che non posso sopportare è che tu mi crei dei problemi quando mi metti le mano nel portfogli, ovvero quando ti devo pagare. Deve essere una cosa efficace e veloce altrimenti mi girano le scatole.

Qualche genio del male, probabilmente single a causa della sua bruttezza interiore ed esteriore, non ha realizzato che un genitore potesse avere due figli e che potesse nell’arco di pochi minuti fare due pagamenti con carta di credito.

Il risultato di questo è che puoi fare un pagamento con carta di credito per un figlio e devi aspettare quattro ore per potere fare un’altro pagamento con carta di credito per un altro figlio.

Geniale, semplicemente geniale.

Gemeaz, se lo desideri ti inoltro i miei contatti così ti spiego come si potrebbe fare funzionare il portale, ed i pagamenti, senza generare negli utenti il desiderio di spararti con un obice da 150 mm.

Umanità a Lampedusa

Questa mattina stavo ascoltando Radio24 nel mio tragitto quotidiano verso la Svizzera.

Pietro Bartolo era ospite della trasmissione in onda. Per chi non lo sapesse Pietro Bartolo è un medico che presta i suoi servizi a Lampedusa e dal 1992 è una delle persone che presta i primi soccorsi ai migranti che sbarcano sull’isola.

Il racconto di ciò che lui vede ogni giorno è struggente. Il suo linguaggio è semplice e diretto.

Durante il suo intervento mi hanno colpito diverse cose.

Nella sua narrazione non esiste alcun tipo di valutazione politca del fenomeno degli sbarchi. Egli si “limita” a svolgere il suo dovere di medico e a salvare vite umane.

Essere messi di fronte ad un racconto nudo e crudo di ciò che egli vede con i suoi occhi ogni giorno che Dio comanda è un pugno nello stomaco. La riflessione laterale è che è troppo semplice esprimere giudizi di merito su una situazione che non si vive personalmente. Scrivere che si dovrebbe respingerli e rimandarli tutti a casa è semplice se non hai mai visto di persona che cosa succede davvero.

Ho riflettuto sul fatto che prima di esprimere giudizi su una qualsiasi situazione si dovrebbe conoscerla, possibilmente in prima persona. Se non fai così sono solo chiacchiere.

La cosa inquietante è che, subito dopo il suo intervento, la trasmissione ha ospitato un ascoltatore che ha espresso una considerazione che mi ha lasciato molto perplesso.

Ha iniziato la conversazione dicendo che in passato aveva provato molte volte ad intervenire in trasmissione senza mai riuscirci. Pare che oggi abbia detto al centralino della radio che voleva complimentarsi con il dottore e con le forze dell’ordine per il lavoro che svolgono quotidianamente nel salvataggio dei migranti a Lampedusa. Sosteneva che questo suo messaggio positivo gli ha parto le porte della diretta.

Diceva anche che i media stanno cercando volontariamente di creare empatia con i migranti per interessi economici. In particolare la radio, di proprietà di Confindustria avrebbe degli interessi sui migranti dato che eroga dei corsi formazioni ai migranti.

Il conduttore lo ha molto gentilmente invitato a fare mercimonio del proprio sedere e, confesso, avrei fatto lo stesso.

Detesto questo atteggiamento tipicamente Italiano secondo il quale qualsiasi azione viene compiuta per un interesse personale. Non riusciamo davvero a concepire il fatto che le persone possano donare il prorio tempo e la propria personalità semplicemente per sentirsi utili, per servire una causa più grande o anche solo per stare bene con sè stessi e potersi guardare allo specchio la mattina?

Io non salvo vite ma dono il mio tempo per fare lezione di codice nelle scuole e durante gli eventi del CoderDojo. Lo faccio perchè mi diverte e mi fa sentire bene con me stesso. Nonostante questo, anche in una cosa piccola e banale come questa, qualcuno insinua che io ne tragga una qualche forma di beneficio.

In effetti hanno ragione. Ne traggo un enorme beneficio. La notte dopo un evento CoderDojo dormo come un angioletto. Gratis.

 

Trasparenza

Che Sketchin si trovi in un momento di grande trasformazione è una cosa che oramai è sotto gli occhi di tutti. Di fatto Sketchin è in continua e costante trasformazione da tutti i punti di vista.

Il nostro metodo di lavoro evolve continuamente. Lo stesso avviene per i metodi e gli strumenti che utilizziamo giornalmente.

La trasformazione di Sketchin è causata da diversi driver:

  • Vogliamo sempre essere in grado di consegnare ai nostri clienti il migliore prodotto possibile e con la più alta qualità possibile. Questo è il motivo che ci spinge a modificare e adattare continuamente il nostro metodo di lavoro.
  • Le sfide progettuali che ci troviamo ad affrontare oggi sono di diversi ordini di grandezza più grandi rispetto al passato. Questo impone un cambiamente ed un adattamento del modo in cui Sketchin funziona.
  • Abbiamo sempre più bisogno di talenti assoluti nella loro disciplina. Questo impone un disegno particolare degli spazi di lavoro e del modo in cui la persona vive Sketchin ogni giorno.

Un paio di giorni fa abbiamo pubblicato una nuova policy per la gestione di ferie, permessi e note spese.

Il motivo per cui lo abbiamo fatto è che desideriamo rendere pubblico e partecipato il nostro percorso di trasformazione.

Rendere pubblica questa attività impone un’altra cosa: la trasparenza

Non è possibile cambiare radicalmente i proprio metodi e processi se non si rendono evidenti le dinamiche che conducono alle decisioni che insistono sui metodi e sui processi.

Per questo motivo abbiamo deciso contestualmente al rilascio della nuova policy di rendere aperti e disponibili a tutti i componenti di Sketchin tutti i documenti che governano l’azienda in tutti i suoi aspetti. Tutti i documenti su Google Drive sono accessibili, tutti i canali su Slack sono pubblici e chiunque può leggere e commentare.

Allo stesso modo abbiamo pubblicizzato e reso aperti tutti gli incontri che avvengono all’interno di Sketchin, anche i più sensibile come quello che noi chiamiamo Business Review per arrivare sino ai Board Meeting. Chiunque, se lo desidera, può partecipare ed intervenire.

Quello che io vedo in questa attività è il fatto che stiamo creando e plasmando un nuovo ecosistema, molto più salutare di quanto possa essere uno stagno. (Questa pochi la possono capire)

Metropolitana

Il mezzo più veloce che io posso usare per raggiungere il centro di Milano dal posto in cui abito è la metropolitana. Dopo diversi anni ho ricominciato a frequentarla con una certa assiduità.

Come sempre mi dedico alla osservazione delle persone quando non posso fare altro di produttivo.

Diciamo che la prima cosa che è evidente è il fatto che gli smartphone la fanno da padrone. Già, è vero. Non questo granchè come osservazione.

C’è gente che ascolta musica. Chi con gli auricolari, chi con cuffie più o meno appariscenti ed ingombranti. Ci sono persone che leggono quotidiani online, chi si guarda un film e chi scrive messaggi.

Ecco questi ultimi sono la categoria più affascinante.

In questi ultimi mesi si parla sempre più spesso di Internet of Things come di un trend destinato a diventare solido nel prossimo futuro. Diciamo che è qualcosa di cui si parla da decenni anche se lo abbiamo chiamato diversamente in passato.

In tempi non sospetti parlavo di Internet of Humans e, ancora di più, di Internet of Emotions. La capacità che hanno questi oggetti di veicolare emozioni in tempo reale. Emozioni che si consumano in secondi e che si generano con pochi tocchi dei polpastrelli su uno schermo sensibile al tatto.

Io trovo che questa cosa sia incredibile.

Osservavo le persone scambiarsi messaggi e rilevavo le osservazioni sui loro volti. Un sorriso aperto immediatamente dopo la notifica di un messaggio. Le labbra che si stringono in una smorfia forse dopo un messaggio non molto apprezzato. La testa che annuisce o si muove lentamente da destra a sinistra in un gesto di diniego.

L’emozione che nasce e si esaurisce nello spazio di qualche secondo per lasciare spazio alla creazione di una risposta destinata a generare altre emozioni.

Ecco, questo continuo scambio di emozioni in tempo reale, seppure nella sua brevità ed incosistenza, trovo che sia estremamente affascinante.

Al tempo stesso è uno dei maggiori pericoli. Tutto diventa transitorio e transiente. Molto di più di quando non eri a casa ed immaginavi che il tuo telefono fisso squillasse portandoti una emozione.

Cambiamenti

Qualche tempo fa avevo scritto del “ritiro spirituale” di Sketchin. E’ stata una occasione per reinventare il modo in cui lavoriamo con i nostri clienti e tra di noi.

Oggi, in occasione del nostro Sketchin Party, ho presentato uno dei risultati del lavoro che abbiamo svolto a valle del nostro incontro.

Il tema poteva apparire particolarmente noioso dato che si sarebbe dovuto parlare di come avremmo gestito ferie, permessi e note spese.

Dai, confessate, siete tutti ingessati in processi complessi e articolati che vi sottraggono energie fisiche e mentali.

Quello che oggi ho presentato credo che sia una delle cose più innovative che io abbia mai visto e creato.

Abbiamo deciso di concedere assoluta libertà alle persone superando il concetto di straordinario e di ferie in numero limitato. Abbiamo dato alle persone la possibilità di spendere il denaro di Sketchin in funzione delle loro necessità. Abbiamo confermato che le necessità personali vengono prima di qualsiasi regola, impengo, incontro o cliente. Abbiamo deciso che ci sarà una persona che aiuterà le persone nella gestione di tutta la logistica che gravita intorno a loro lasciando spazio alla loro creatività.

Come avevo promesso renderemo pubblico il nostro approccio. Datemi il tempo fisico di pubblicare la presentazione e darò il link a coloro che sono interessati a saperne di più.

Come avevo detto mi piacerebbe che ci fosse un circolo virtuoso che ci permettesse di raccogliere feedback anche dall’esterno in modo che si possa migliorare insieme.

Davvero. Si può!

Aggiornamento: ecco la presentazione che ho usato quest’oggi.

“Regalo due anni all’Italia”

“Regalo due anni all’Italia”. Queste sono le parole di Diego Piacentini in relazione alla sua nomina a Commisario Straordinario per il Digitale. Io ho letto questa cosa qui: Piacentini, da Apple e Amazon all’Agenda Digitale.

Leggendo l’articolo si capisce che l’impegno è totalmente a titolo gratuito:

… senza alcun tipo di stipendio: ho rinunciato anche ai rimborsi spese, niente vitto e alloggio, pago tutto con la mia carta di credito personale.

Ora questo è senza dubbio lodevole e come dice egli stesso frutto di una cultura che Diego Piacentini ha assorbito durante la sua permanenza negli Stati Uniti:

… nei miei 16 anni negli Stati Uniti sono stato contagiato da un’idea forte, quella di restituire al proprio Paese, alla propria scuola, alla propria università.

Avendo frequentato per molto tempo quel paese è un tratto che riconosco e, per certi versi, ammiro. Lo trovo ammirevole. Lo trovo ammirevole particolarmente perchè è un atteggiamento estremamente diffuso e comune.

Qui dai noi molto, molto, meno.

Bertol Brecht faceva dire al suo Galileo:

Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi.

In questo caso particolare io trovo che Diego Piacentini si trovi a sostenere il ruolo dell’eroe di cui parlava Brecht. Io gli auguro la miglior fortuna ma ho il sospetto che, facendo un altro paragone letterario, si ritrovi come Don Chisciotte a combattere contro i mulini a vento.

Già il suo titolo ha qualcosa di sinistro e molto Italiano: Commissario Straordinario per il Digitale. Straordinario… Come dire: con l’ordinario ci abbiamo provato e non siamo riusciti a combinare nulla. E’ ora di pensare ad un intervento straordinario, salvifico.

Se da un alto apprezzo la scelta di Piacentini di offrire i suoi servigi a titolo gratuito dall’altro mi sento in imbarazzo per un governo che non è in grado di retribuire un eccellenza come si meriterebbe. Forse questa scelta gli darà maggiore autonomia e minore dipendendenza dai suoi datori di lavoro.

Ribadisco che per gli interventi straordinari i quattrini non ci sono mentre per l’ordinario, come ad esempio l’ultima geniale campagna di comunicazione sul Fertility Day, i quattrini li abbiamo trovati.

Benvenuto eroe. Io spero di poterti celebrare insieme ai tuoi successi.